Non avremmo avuto la possibilità di ascoltare le meraviglie di Jerry Douglas senza il papà dei dobroisti, Josh Graves. Jerry Douglas si è avvicinato allo strumento attraverso l’influenza di Josh Graves, e poi via via si sono aggiunti altri, fino ad arrivare agli ultimi genietti tipo Rob Ickes e Randy Kohrs. Ma ce ne sono tanti altri. Mi piacerebbe prima o poi approfondire su queste pagine il discorso della chitarra dobro perché vi è stata una evoluzione nel modo di suonarla, proporla, nello stile, e si sono aperti nuovi orizzonti fino ad arrivare al jazz o cose molto più progressive.
Ma per ragioni di tempo e quant’altro e approfittando della pazienza del buon Faulisi, mi limito solo a recensirvi questo CD per il momento.
Josh Graves è colui che per primo ha voluto vedere che cosa si potesse fare con questa chitarra appoggiata sulle ginocchia. Sfiga vuole (passatemi il termine) che adesso lui non può neanche più appoggiarsela sulle ginocchia in quanto non le ha più.
Ai tempi di questo CD (anno 2000) che recensisco con molto ritardo, gli fu diagnosticata una grave malattia alle gambe, e ne venne amputata una. L’amputazione dell’altra gamba è storia più recente. E siccome lui è un Grande, in tutti i sensi, invece che disperarsi, non ha trovato altro da dire che tanto lui non deve suonare con i piedi. E, a 74 anni, lo troviamo ancora qua bello allegro a suonare il suo dobro, fare musica e dischi.
Il CD è molto vario, e qui sta la chiave per capire se vi può piacere oppure no. Dico questo perché non ho un buon rapporto con le recensioni, e non so a voi, ma a me hanno fatto comprare CD da 5 stelle (a sentire loro) che non vi dico la fine che hanno fatto. Quindi non voglio parlar bene di un disco solo perché si deve farlo data la notorietà dell’artista o perché gli è dovuto, ma vorrei farvi capire il più possibile la musica che ci troverete dentro e a cosa andate incontro, dato che i CD costano.
Dicevo che è molto vario, nel senso che abbiamo sia country ‘old fashion’ che swing che blues che rock-n-roll che cajun. Devono quindi piacervi vari stili musicali. Non ci trovate new country, non è un album acustico o bluegrass. E’ elettrico, con batteria sempre presente e parecchia steel guitar. Devo dire che i vari interventi di pedal steel di Buddy Emmons contribuiscono non poco ad alzare il livello qualitativo di questo CD, quindi oltre che dobro, anche per gli amanti della pedal steel c’è parecchio materiale interessante, suonata da uno dei maestri dello strumento.
Il dobro style di Josh è naturalmente non virtuosistico alla Jerry Douglas, non fa i ‘numeri’, anche perché non serve farli, the less the better, come si suol dire. Lui è sempre comunque perfetto e crea melodie che fanno bene alle nostre orecchie, col suo classico stile che lo contraddistingue dal quale c’è sempre da imparare.
Si apre con uno strumentale che dovrebbe essere noto a tutti cioè Panhandle Rag, e ci facciamo subito la bocca con gli assoli di dobro, quello stupendo di pedal steel e quello dell’inconfondibile Vassar Clements col violino.
In Come Walk With Me entriamo nella ballata country più traditional in cui apprezzare le belle voci delle Whites. Bel brano.
Per gli amanti del cajun abbiamo Down South In New Orleans. Io non sono un grande estimatore di questo tipo di musica ma, ancora una volta, gli interventi stupendi di pedal mi fanno andare fino in fondo alla canzone. Delbert McClinton è alla voce.
Andamento blues per Great Big Woman in cui Josh canta insieme a Marty Stuart. Pedal alla grande anche qui.
Un duetto interessante con Jerry Douglas lo abbiamo in Evelina, brano scritto dallo stesso Josh, che mette in risalto i due diversi stili dobroistici, il vecchio ed il nuovo, ed è, per questo, interessantissimo, e bello.
Country ‘old fashion’ per Satisfied Mind con Porter Wagoner alla voce.
Bella versione elettrica e cantata per Fireball Mail, un classico bluegrass in cui sentiamo il banjo per la prima volta. Tom T. Hall alla voce.
Step It Up And Go cantato sempre in coppia con Marty Stuart ricorda molto i rock’n’roll di Doc Watson quando ci si mette, infatti mi aspetto di sentire la sua voce da un momento all’altro.
Un classico, scritto insieme Lester Flatt e Earl Scruggs, Fireball, e qui c’è un approccio quasi new country con gli assoli di chitarra elettrica, pedal e violino di Glen Duncan.
Si ritorna al country classico con Carolina Sunshine Girl, col solito bel tappeto di pedal e più o meno la stessa cosa in Someday I’ll Sober Her Up. Belle ballate suonate e cantate come si deve.
Ritroviamo Delbert McClinton alla voce nell’ultima Bright Side Of The Road di Van Morrison, anche questa bella versione impreziosita dalla pedal di Buddy.
Non sono un fissato, ma su questo CD Buddy è fenomenale, è dovunque e, per chi è un attimo appassionato di pedal steel (come dovrebbe esserlo colui che compra questo CD che ha come punto di partenza la chitarra dobro) o è semplicemente attratto da questo strumento non potrà non accorgersi dei ricami e giochi di prestigio con cui ci delizia Buddy Emmons.
La morale è che non voglio e non posso dirvi che questo è un disco da avere perché io vi ho solo accennato il contenuto dei vari brani, ed ognuno ha le proprie idee, anche perché c’è chi preferisce ascoltare un CD tutto di bluegrass o tutto di country. Qui ci trovate tutti gli stili, a piccole dosi. Io sono contento di averlo.
OMS 25040-2 (Bluegrass Tradizionale, 2000)
Paolo Ercoli, fonte Country Store n. 65, 2002
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