Che Robert Palmer sapesse il fatto suo non avevamo dubbio alcuno. Dopo il fortunato recupero personale avvenuto con il film Deep Blues e la pubblicazione della relativa soundtrack, Robert ha proseguito sullo slancio nella ricerca, e riproposizione, del blues più autentico usando quale veicolo l’etichetta Fat Possum. L’ultimo ‘nato’ è Junior Kimbrough, che era già stato protagonista di un esplosivo album d’esordio, con il suo blues in bilico tra passato prossimo e remoto. Ma questa volta si è provveduto, arricchendo il trio originario con la presenza del chitarrista Kenny Brown, ad introdurre un nuovo elemento musicale che, pur non scalfendo la profondità ritmica del leader, conferisce al risultato finale, Sad Days, Lonely Nights, una sua delicata ma incisiva rotondità sonora.
Crediamo infatti che sia molto difficile non lasciarsi catturare dal fascino percussivo che Junior trasfonde, con la voce stentorea ma perforante e la chitarra ipnotica, in Lonesome In My Home e Lord Have Mercy On Me, e nel contempo non apprezzare il lavoro alla slide di Brown ed i suoi brevi assolo lisci e puliti.
Ma se è nella straordinaria Leaving In The Morning, e nelle sue poderose profondità sonore odoranti di Africa che il connubio tra Junior e Brown raggiunge l’acme visto che lo slide di quest’ultimo gareggia in sensibilità con quello di Muddy Waters, vi perderete senz’altro nella versione in completa solitudine che Kimbrough vi offre di Sad Days, Lonely Nights dove il termine emozione ritrova il suo senso.
In conclusione ci è parsa un’opera in cui i silenzi vocali, e sono tanti, hanno assunto una valenza tale da andare ben oltre le parole non dette e di cui, lo scorrere immutabile della musica, ha finito per essere il testimone. Raccomandato.
Fat Possum FP 1006 (Blues, 1994)
Marino Grandi, fonte Out Of Time n. 6, 1994