Coal, carbone, da qui il passo è breve, miniere e minatori. L’ultimo lavoro di Kathy Mattea può essere a pieno titolo considerato un concept album. Tutte le undici canzoni trattano di minatori e miniere di carbone. Infatti la dedica di copertina è al nonno Carlo ‘Charlie’ Mattea ed ad un non meglio specificato Walter ‘Cheeser’ Legg, entrambi lavoratori del sottosuolo.
Si parte con The L & N Don’t Stop Here Anymore con intro di violino bluesy per poi trasformarsi in ballata con la voce calda di Kathy. Si prosegue con Blue Diamond Mines che vagamente somiglia alla più conosciuta In The Pines, ballata in ¾. Red-Winged Blackbird intensa per chitarra e voce con contrabbasso e violino a ricamare l’atmosfera, bellissima. Lawrence Jones e Green Rolling Hills sono due ballate, quasi canti di lavoro, molto folk nel loro incedere. La seconda vede i fratelli Tim e Mollie O’Brien alle armonie vocali.
Cool Tattoo è un altro capolavoro a cui il banjo suonato in clawhammer style regala un tocco old timey. La tradizionale Sally in The Garden per il solo banjo di Stuart Duncan è una breve perla, triste come la fatica dei minatori. You’ll Never Leave Harlan Alive è un’altra bellissima canzone folk arricchita dall’accordion di Randy Leago e la steel guitar di Fred Newell. Una delle più belle song scritte da Merle Travis Dark As A Dungeon è qui riproposta con intro di solo voce e pianoforte per poi svilupparsi con altri strumenti tipici ma mantenendo un arrangiamento scarno e rilassato, una delle più belle versioni che abbia mai sentito. A chiudere il lavoro di Kathy Mattea, Coming Of The Roads e altre due ballate intense tra il folk ed il country Black Lung/Coal che dopo un breve intro musicale è quasi tutta solo con la voce di Kathy.
Per riassumere si potrebbe lontanamente paragonarlo ai dischi di Pete Seeger, storie di gente che fatica, gente emarginata, album bello ed intenso.
Captain Potato 7653260-2 (Folk Revival, Singer Songwriter, Traditional Country, 2008)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2010
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