Laurel Canyon Ramblers, il nome è già tutto un programma, può sembrare una nuova formazione nell’ambito del bluegrass ma guardando i personaggi in copertina o leggendo i nomi dei protagonisti di questa avventura ci rendiamo conto all’istante che si tratta di un supergruppo. Herb Pedersen, banjo, chitarra e voce, Bill Bryson, basso e voce, reduci dalla recente saga con la Desert Rose Band, ritornano al primo amore, il bluegrass, quasi per un inspiegabile processo di catarsi. In compagnia del mandolinista emergente Kenny Blackwell e dell’ex chitarrista dei Kentucky Colonels, Billy Ray Latham, formano questa band i cui meriti vanno al di là delle singole stellari carriere. Rambler’s Blues offre tutto quello che ci si può aspettare da un progetto del genere: immacolate e scintillanti armonie vocali, molto belle le parti corali con i singoli ruoli ben evidenziati, ed un lavoro strumentale acustico di grande effetto, pulito e levigato, capace di esaltare tanto i solisti che lo strabiliante lavoro d’insieme.
Grande professionalità, ma anche grande amore, passione, coinvolgimento emotivo con la musica proposta. Registrato nello studio di Rick Cunha in California, Rambler’s Blues vede la partecipazione di Byron Berline, violino, e Leroy Mackness, dobro, ad ampliare un impianto strumentale di prim’ordine ed a permettere divagazioni tra il nuovo, la maggior parte del repertorio, e la tradizione, gratificata da citazioni originali e sempre impeccabili. La qualità del repertorio, la caratura artistica dei protagonisti, il canonico stile con cui la più pura tradizione bluegrass viene interpretata o rivisitata, fanno di questo disco un’opera di grande spessore in quest’ambito e pone i Laurel Canyon Ramblers tra i potenziali protagonisti degli anni ’90.
Sugar Hill SHCD 3834 (Bluegrass Tradizionale, 1995)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 10, 1995
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