Lee Kernaghan - Hat Town cover album

Lee Kernaghan, dalla lontana Australia, è uno dei mie artisti preferiti in assoluto. Oltre che per la voce e per le indimenticabili melodie, ho sempre ammirato questo artista per i testi delle sue canzoni, mai banali ne scontati ma anzi capaci di coinvolgere completamente l’ascoltatore regalandogli profonde emozioni.
I suoi tre precedenti albums (The Outback Club, Three Chain Road e 1959) hanno trasformato in maniera definitiva il mondo della country music in Australia. Se prima infatti questa musica era ad esclusivo appannaggio di un pubblico decisamente adulto, ora grazie all’enorme successo che Lee ha nel suo paese, moltissimi giovani australiani hanno scoperto la musica country, che è diventata così una delle musiche più seguite e apprezzate.
Finalmente dopo alcuni anni di silenzio Kernaghan ritorna con un album eccezionale che lo riconferma come uno dei più grandi talenti che la country music abbia mai avuto a livello mondiale.
Le canzoni di Hat Town sono semplicemente geniali, con poche parole il nostro giovane songwriter riesce a evocare immagini di grande suggestione, ì suoi brani danno le stesse emozioni che possono dare le fotografìe di un grande maestro. Ascoltate con attenzione Goondiwindi Moon, chiudete gli occhi e vedrete davvero la bellissima e inquietante notte del deserto australiano.

I 12 brani dell’album toccano moltissimi argomenti, Cowgirls Do è un affettuoso tributo alle ‘working country girls’ che secondo Kernaghan “turn on cowboy motors the way other girls don’t”, Changi Banjo racconta, attraverso un susseguirsi di immagini quasi cinematografìche, il rientro a casa di un reduce della Seconda Guerra Mondiale, mentre Getting’ Gone parla della voglia di evadere dalla routine quotidiana, non importa infatti se tutto il giorno lavori in un distributore di carburante sperduto in mezzo al niente o in un ufficio di una anonima e grigia città, la voglia di lasciarsi tutto alle spalle è sempre la stessa.
Se Alice e Longreach sono classiche canzoni d’amore, Pass The Bottle e Hat Town sono invece inconfondibili esempi, per sound e argomenti trattati, di pura ‘Aussie’ country music.
L’album prodotto ovviamente da Garth Porter, vede la collaborazione dei migliori autori australiani, quali James Blundell, Colin Buchanan, Lawrie Minson, James Griffin e Barry Moyses. Inoltre partecipa come backing vocals in Goondiwindl Moon nientemeno che Trisha Yearwood che aveva già collaborato in passato col nostro Lee, incidendo un singolo (Save The Land) i cui proventi furono devoluti in beneficenza.
Hat Town è destinato a diventare un classico, se fosse distribuito negli Stati Uniti raggiungerebbe la vetta di Billboard in pochissimo tempo. Purtroppo, almeno per ora, solo il pubblico australiano avrà la fortuna di potersi gustare questo grande album.

ABC 493 846 (New Country, 1998)

Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 42, 1998

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