Lee Roy Parnell - We All Get Lucky Sometimes cover album

Ad inaugurare la Career Records, sotto-etichetta della Arista, ci pensa il bravo Lee Roy Parnell, già con la major da diversi anni a collezionare una buona serie di successi sempre a cavallo tra country e rock. E questo We All Get Lucky Sometime forse parla chiaro di che genere di cose potrà vantarsi la neonata label: un rock sempliciotto, immediato, spesso da FM, molto influenzato dal country, ma sempre di altissimo livello. Un livello, quello di Lee Roy, che non giustifica affatto la scarsa fama da lui raggiunta da questa parte dell’oceano; infatti il cantante, anche bravo autore e splendido chitarrista, ha tutte le credenziali e carte in regola per essere lanciato anche qui da noi: un sound pulito ma accattivante, una voce a volte roca e sempre potente a fare       da contrappunto ad un suono ben curato; una scelta dei brani e degli stili che gli consentirebbero uno spazio nelle più attente scalette radiofoniche europee, e perché no, anche italiane.

Accertatevene acquistando il compact: potrà essere goduto durante le gite in auto, ballato col partner (se avete buone gambe), apprezzato anche dai vicini di casa, dato che non riuscirete ad ascoltarlo se non ad alto volume. In alcuni casi siamo vicini al rhythm & blues, o alla canzoncina quasi-pop, ma il buon 80% della musica di We All Get Lucky Sometime è rock’n’roll, quel r’n’r che può ricordare Brooks & Dunn o Travis Tritt.
Buona prova di tutti i musicisti presenti, a partire dallo stesso Lee Roy che conferma di essere uno dei più bravi sliders in circolazione, e anche degli ospiti illustri alle harmonies (Mary Chapin Carpenter e Trisha Yearwood) e dei soliti del giro di Nashville, come l’immancabile Dennis Wilson (i Beach Boys non c’entrano: quello è morto da un pezzo). Se amate anche il country rock fatevi avanti e spendete con fiducia una piccola parte del vostro stipendio (se siete ancora tra i pochi fortunati ad averne uno), Lee Roy Parnell lo merita davvero.

Career 07822 (New Country, Country Rock, Traditional Country, Alternative Country, 1995)

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 33, 1996

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