Con Old Country Town rieccoli, a distanza di un paio di anni del precedente Carrying The Tradition, disco grazie al quale si sono visti assegnare l’award come ‘miglior disco dell’anno’ dall’lnternational Bluegrass Music Association. Negli anni ’80, dopo numerose produzioni per la piccola Rebel Records la band era giunta ad un periodo di stanca che stava portando i musicisti all’idea di lasciar perdere. Provvidenziale a qual punto l’arrivo del mandolinista Dan Tyminski che ha rinvigorito e ridato smalto agli stanchi e demotivati elementi della formazione, soprattutto al piccolo (di statura) Tim Austin, il chitarrista nonché unico superstite del combo originale.
Rimanere per un intero decennio un gruppo di serie B per dei giovani talenti non è cosa facile; fatto è che, finalmente, giunge improvvisa un’impennata di entusiasmo che sfocia in una serie di canzoni moderne ed accattivanti, sostenute da un ‘drive’ fuori dal comune ed in una determinazione che li vede imporsi all’attenzione dell’intera ‘comunità’ bluegrass, fuori e dentro gli Stati Uniti.
Ora fanno parte della scuderia Sugar Hill, etichetta che ospita nomi come Nashville Bluegrass Band, Seldom Scene, Tim O’Brien, Doc Watson ecc. e questo lascia supporre che i quattro giovanotti abbiano seriamente cambiato idea riguardo a ciò che vogliono fare da grandi…
Il suono è rimasto lo stesso rispetto al recente passato, ma pare vi sia una maggiore ricercatezza nel repertorio. Questo Old Country Town contiene alcune canzoni di grande effetto, e non mi riferisco solo agli up-tempo, tra i quali Tears Are Blinding Me e She’s About Trouble, o infine al sostenuto gospel Solid Rock.
Insomma un altro centro, un altro passo in avanti. La Lonesome River Band rappresenta a tutti gli effetti il futuro della musica bluegrass: non vorrete arrivare in ritardo, vero?
Sugar Hill SH CD 3818 (Bluegrass Moderno, 1994)
Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 3, 1994
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