Come tutti, anch’io ero rimasto amareggiato dallo smembramento della gloriosa Lonesome River Band. Li avevo ascoltati dal vivo nell’estate del 2000, e ne sono orgoglioso, e pensavo mi sarebbero mancati il carattere stellare di Ronnie Bowman (e la sua stupenda voce), le grosse mani di Don Rigsby sul piccolo mandolino, lo sguardo sempre rabbuiato di Kenny Smith, il fiddle di Ricky Simpkins…
Ora, dopo quattro dischi per la Rebel ed altrettanti per la Sugar Hill, esce dopo due anni di attesa con l’etichetta Doobie Shea di Tim Austin questo nuovo Window Of Time. Della vecchia formazione è rimasto soltanto il banjoista Sammy Shelor, dalla simpatica testa rasata e dal sorriso più grande del suo strumento: come segno di continuità il disco curiosamente inizia appunto con le note del banjo.
Intorno a sé ha saputo radunare ottimi musicisti: cominciamo da Mike Hartgrove, fiddler che porta come garanzia la sua lunga esperienza (Bluegrass Cardinals, Doyle Lawson & Quicksilver e soprattutto IIIrd Tyme Out!!).
Gli altri nuovi membri sono un po’ meno noti, ma ugualmente bravi: la voce vigorosa del lead singer (e chitarrista) è quella di Brandon Rickman, che recentemente ha lavorato con i Lonesome Standard Time di Larry Cordle. L’altro cantante solista è Jeff Parker, voce tenorile robusta e molto mountain, oltre ad essere brillante mandolinista. Il basso è affidato a Irl Hess, più noto come songwriter oltre ad aver suonato con Rhonda Vincent e Chris Jones.
Consigliatissimo: è uno stupendo disco di bluegrass contemporaneo, pulsante, allegro, rispettoso delle tradizioni, dal suono hard-driving e dalle armonie potenti, quindi perfettamente in linea con gli standard cui la LRB ci aveva abituato. Questa è la cosa importante, e se davvero vogliamo rimpiangere la vecchia formazione, facciamolo solo di nascosto: è dai cambiamenti che si prende nuova energia!
Doobie Shea 4006 (Bluegrass Moderno, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 64, 2002