Esce inannunciato e quasi sotto tono questo CD di Lou Reid, attuale cantante e chitarrista dei Seldom Scene, già con la band di Ricky Skaggs e nella formazione originale dei Quicksilver di Doyle Lawson.
Esce in sordina, ma non penso ci metterà molto ad affermarsi come uno dei migliori dischi dell’anno: dalle prime note di Ain’t It Funny alla chiusura alla grande di Nobody’s Love Is Like Mine non esiste un attimo opaco né meno che interessante.
Non voglio dire con questo che When It Rains sia un album assolutamente imperdibile (i miei gusti stanno diventando sempre più difficili…) ma certamente ci sarebbe bisogno di più produzioni di questo tipo per migliorare il panorama del bluegrass contemporaneo.
Lou Reid ha messo insieme, in studio, una band impressionante; un Terry Baucom in forma smagliante ci riporta ai primi tempi dei Quicksilver, mentre Tony Rice ci ricorda che per inchiodare l’attenzione con un break di chitarra non sono indispensabili milioni di note: è ‘sufficiente’ avere classe (sufficiente, dice, lui!…).
I fratelli Simpkins, Rickie e Ronnie (ex Virginia Squires) completano il quadro, con la maestria che è loro usuale e con un’abilità che, a mio parere, ancora non avevano dimostrato negli Squires. Reid si occupa di chitarre, violini e mandolini oltre che, naturalmente, di voci multiple (!!!), e lo fa, e a questo punto bisognerebbe dire ‘senza che ce ne stupiamo’, con stile unico e abilità incredibile.
Anche la scelta dei pezzi è ottima: limitati i tradizionali al solo pezzo di chiusura, Reid ha pescato o piene mani nella produzione contemporanea di Nashville, e fa piacere vedere come nomi ormai illustri del New Country quali Emory Gordy, Jim Rushing, Larry Cordle, Steve Wariner e Mac McAnally si sposino perfettamente con le sonorità del bluegrass, al pari di quelli di CarI Jackson (ormai, peraltro, più ‘New Countrista’ che bluegrassaro), Wes Golding o Norman Wright.
Un giudizio complessivo: When It Rains non sarà forse questo album destinato a fama eterna, ma sono a mio parere dischi di questo tipo quelli che più facilmente, e se vogliamo più meritatamente, potranno avvicinare i neofiti al bluegrass, oltre che riconfermare negli incerti l’amore per il genere.
Sugar Hill SH-3788 (Bluegrass Moderno, 1991)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 9, 1991