Che John Hiatt fosse un grande artista lo sappiamo tutti da anni, almeno dall’87, data di pubblicazione dell’ormai storico Bring The Family. Ma Hiatt è innanzitutto un cantautore, e per di più uno dei migliori in circolazione.
Se ci fate caso la parola ‘cantautore’ è etimologicamente composta da due parole, ‘cantante’ ed ‘autore’. Ora, se sulla voce e le qualità interpretative di Hiatt non ci sono dubbi – basta ascoltare i suoi dischi – la raccolta pubblicata dalla Rhino, Love Gets Strange – The Songs Of John Hiatt, sembra ricordarci appunto la seconda parola, ‘autore’.
E lo fa raccogliendo una serie di canzoni scritte appunto da Hiatt e interpretate da altri artisti. Non si tratta di un vero e proprio tributo, perchè tutte le canzoni sono già edite. Hiatt ha infatti sparso un gran numero di composizioni, regalandole ad altri artisti. Si tratta di materiale per lo più precedente a Bring The Family, con un paio di eccezioni. Le canzoni conservano più o meno tutte una certa conformità allo spirito dell’autore, dando una estrema omogeneità al disco.
Si viaggia pressoché sempre sui binari del rock o del country, sbilanciandosi ora da una parte, come nel caso di Jeff Healey (Angel Eyes e Confidence Man, entrambi provenienti da See The Light), ora dall’altra, ed è il caso, per esempio, di Emmylou Harris con Icy Blue Heart.
Tra gli altri nomi presenti Nick Lowe, Marshall Crenshaw, Dave Edmunds, John Doe, i Neville Brothers, Mitch Ryder, Don Dixon con il pezzo che dà il titolo alla raccolta, Love Gets Strange, estratto dal suo album solista.
16 artisti per 18 canzoni, con la Jeff Healey Band e Rosanne Cash che interpretano due pezzi a testa. Alla fine è inutile stare a fare la conta di chi c’è e chi non c’è (le assenze più vistose sono Bonnie Raitt, Willie Nelson), perché ciò che deve venir messo in luce da questo CD è la figura dell’autore al quale è dedicato.
Tutte le canzoni di questa raccolta sono degne della migliore tradizione americana, con quei ritornelli che ti si appiccicano addosso e questo non è merito solo degli interpreti, anzi.
Rhino R2 71267 (Roots Rock, 1993)
Gianni Sibilla, fonte Out Of Time n. 1, 1993