Lubos Malina è un simpatico giovane che vive nella Repubblica Ceca quando non è on the road con Druha Trava o con altri musicisti più o meno bluegrass. Dico più o meno perché dall’ascolto di questa cassetta non ricaverete un’impressione di bluegrass se non per pochi minuti: il resto è jazz, folk, new age, new acoustic, chiamateli come volete, tutto mescolato in un suono che, a questo punto, è decisamente cecoslovacco.
Ottimo suono, intendiamoci, registrato come si deve, con quel tanto di contemporaneo che dovrebbe (spero) aiutare a vendere. Moltissimi i musicisti reclutati per le session, tutti di levatura elevata, e perfettamente a proprio agio con la produzione di Malina. E il nostro sa bene cosa vuole: può suonare il banjo in modo molto simile a Trischka, ma sa che non lo aiuterebbe gran che, quindi sceglie di sfruttarne passaggi e sonorità, senza imitazione o adulazione, a favore di un suono personale.
Per inciso, Lubos Malina sa anche suonare molto bene sax e violino, ma qui non vuole evidentemente strafare… Inoltre compone (ben 11 pezzi su 15 sono suoi) traendo ispirazione da mille fonti diverse, e lo fa così bene da dimostrare di saperle integrare alla perfezione, senza scadere in uno pseudoeclettismo caotico da presuntuosi…
Non sto alludendo a nessuno in particolare, ma se qualcuno si è offeso può darsi che alludessi a lui!… No, seriamente, non è facile essere così padroni di molti linguaggi musicali come lo è Lubos Malina, ma lui ci riesce, e riesce ad essere convincente in ogni momento. Dico ‘convincente’, non necessariamente anche entusiasmante, dato che al mio cervello limitato certi generi musicali riescono a tratti, scusate, un po’ pallosini…
Ma come sempre è un mio problema, e sono convinto che molti di voi (quelli che hanno tutti i CD dei Flecktones, o riescono ad ascoltare Alex De Grassi per più di 2 minuti) trarranno intenso godimento da questo All You Can Eat, che non esito quindi a raccomandare loro. Non è bluegrass, ma possiamo fregarcene, no?
Venkow 07 0053-4311 (Bluegrass Progressivo, 1995)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 30, 1995