La storia dell’arte ci insegna che il termine ‘manierismo’ non è da intendersi necessariamente in modo riduttivo. Grandi maestri sono stati manieristi. E partendo dall’assioma che tutto o quasi è derivativo, la canadese Lynn Miles, mitchelliana fino al midollo, è la palese dimostrazione che si può comporre e interpretare con grande intensità anche riferendosi ai modelli più alti. Ma ci vuole gusto e grazia per ispirarsi ai grandi, per filtrarne la lezione e offrirsi ispirati e attraenti. Riesce senz’altro nell’intento questa giovane folksinger dalla voce gentile, ‘di testa’, accompagnata dallo squillante jingle-jangle della sua acoustic guitar, capace di modellare i propri timbri con appoggiature che la pongono in immediata sintonia con l’immensa ‘signora del canyon’.
Le sue ballate hanno la lucentezza e il candore delle nevi eterne e scorrono come le pagine di un diario. Talvolta il canto supera in freschezza e in originalità l’alternarsi di strofe e ritornelli e la partecipazione interiore ha la meglio sulla fantasia. Ma molti episodi di questo suo fragrante disco lasciano tracce profonde, di completa e schietta poesia, come la sensuale You Don’t Love Me Anymore, l’olezzante I Loved A Cowboy dai dolci arpeggi iniziali, le delicate Loneliness e Last Night, solo voce e chitarra.
Altrove infatti, l’amabile Lynn si lascia accompagnare da un gruppo mai invadente, capace di spostare con leggerezza i suoni su un terreno gradevolmente semiacustico. Una vecchia conoscenza, l’amato Willie R. Bennett, partecipa ad alcune songs con armonica e mandolino.
Sensibile osservatrice di una vita quotidiana scandita da un alternarsi netto delle stagioni, come può essere in Canada, la Miles ci partecipa dei suoi sentimenti schietti e acuti.
Può essere fiera Mrs. Joni di questo epigono.
Philo CD PH 1190 (Singer Songwriter, 1996)
Francesco Caltagirone, fonte Out Of Time n. 15, 1996