Il tempo passa, gli anni scorrono via in fretta, le cose cambiano e la musica a sua volta si modifica, si rinnova assumendo sfaccettature diverse a volte in meglio a volte in peggio, a volte arricchendosi di contenuti, altre volte lasciando sul terreno qualcosa di buono. Ed ecco come al solito nascono polemiche tra innovatori e tradizionalisti, tra chi vorrebbe cambiare, sperimentare, a volte con il rischio di andare oltre i confini del genere musicale a cui ci si riferisce e chi invece vorrebbe lasciare le cose come stanno.
Mark Chesnutt fa di certo parte di questa seconda scuola di musicisti ( per esempio come Alan Jackson, Tracy Byrd, Tracy Lawrence, Randy Travis… per capirci…) che anche dopo più di una decade ed oltre di attività mantengono il loro stile invariato, senza alcuna dissonanza con il loro passato e al tempo stesso attuale e frizzante. Già davvero frizzante, la musica di Mark da sempre è così tanto impregnata di Texas honky tonk e di una discreta dose di rock n’ roll.
Come il brano di apertura di quest’album I Don’t Know Why I Do It, ottimo esempio di country n’roll, con i cori a contrapporsi alla voce di Mark, le chitarre elettriche a scandire il ritmo, l’immancabile pedal steel e fiddle e soprattutto l’ottimo pianoforte.
Atmosfere southern rock per Sacred As A Sunday e soprattutto in Population Minus One che racconta in forma parlata per buona parte della canzone del nervosismo e della solitudine di chi è solo e non ha modo di avere la propria metà vicino.
Abbassate le luci e le tapparelle, si cambia ritmo invece con la lenta I’m In Love With A Married Woman, con il suo incedere dolce e romantico ne fanno uno dei brani più apprezzabili dell’album.
Triste nel testo ma non di certo per ritmo e musica è I Want My Baby Back, orecchiabile e frizzante pertanto molto radio friendly. Bellissima la melodia di I Drew Me con una sezione ritmica pulita e così piacevole che da al brano quella ‘solarità’ che esso stesso vuole trasmettere. Fiddle e pedal steel a fare da padroni invece in Good Night To Be Lonely per un pezzo di classico potente Texas honky tonk.
E fin qui tutto bene, un bel disco ben bilanciato tra pezzi medi, lenti e veloci, nessun miracolo. Ma un disco piacevole e tradizionale. Però c’è qualcosa che a mio parere fa guadagnare a quest’album un asterisco in più…è She Was, il singolo estratto, un grande commovente lento che racconta della determinazione di una madre a sposarsi non ancora diciottenne e ad amare la sua famiglia fino alla fine… L’arrangiamento delicato e composto principalmente dalle chitarre, fiddle e tastiere lasciano il posto alla pedal steel nel ritornello che aiuta il cantante a dare enfasi al momento più emozionante del brano.
Succede spesso che un album, anche se già buono nel contesto, contenga un brano di qualità superiore alla sua media, allora come si dice… questa canzone vale da sola il prezzo del cd… bèh in questo caso anche di due…
Columbia CK 86540 (New Country, 2002)
Emanuele Tilli, fonte Country Store n. 69, 2003