Maro Kawabata - Carolina Blue cover album

Continua a stupirmi la popolarità ed il numero di appassionati di cui il bluegrass sembra godere in Giappone. Apparentemente, le differenze culturali tra USA e Giappone dovrebbero essere ben più grandi che tra USA ed Italia: evidentemente non è così, forse ne intravedo le ragioni, ma non usciamo dal seminato.
Maro Kawabata è stato fulminato sulla via di Damasco, adolescente, vedendo Bill Monroe in televisione. E si è così appassionato da trovarsi perfino una moglie americana. Per questa sua fatica discografica ha radunato quello che i colleghi americani chiamano un cast stellare, e che io comincerei a definire nipponico: Bobby Hicks e Ron Stewart ai fiddle; al banjo Sammy Shelor e Keith Little, oltre che, in un pezzo, l’amico (immagino) Kazuhiro Inaba, già recensito su queste pagine; ancora Keith Little e Butch Baldassarri al mandolino; Missy Raines al basso; ed un certo numero di vocalists. Maro Kawabata si tiene la chitarra e la maggior parte delle parti di cantante lead.
Strumentalmente il disco è eccellente, e, con tali musicisti, non poteva essere altrimenti. Ci sono anche un paio di pezzi originali, scritti dallo stesso Kawabata, la title truck ed una notevole Samantha, che, se il suo autore avesse un nome appena un po’ meno esotico, potrebbe benissimo diventare uno standard.

Osservo anche che il titolare del disco è un maestro del lavoro di squadra: il che, per un giapponese, è scontato (eccola là, l’osservazione razzista! No, culturale …). Tutto si può dire di lui tranne che sia una prima donna. Esempio: il CD apre con Sally Goodin, e, prima di sentire la chitarra, sentiamo tutti gli altri. Ancora, su If I Needed You, di Townes Van Zandt, si riserva solo un baritone, e solo sul primo coro.
Il punto debole di Maro Kawabata è, piuttosto, la voce. Non è assolutamente una brutta voce: è solo, sempre come dicono gli americani, ‘shaky’, ossia incerta, sia nel prendere l’intonazione che, soprattutto, nel mantenerla, e questo soprattutto, come è ovvio, sui registri alti. Non sento difetti strutturali, è solo una questione tecnica, perfettamente superabile con un po’ di studio.
Ciò nonostante il disco presenta ottimi momenti: oltre quelli già segnalati, l’interpretazione di Lesley McFerron e Keith Little della già citata If I Needed You a me piace molto.

Copper Creek CCCD 0186 (Bluegrass Tradizionale, 2001)

Aldo Marchioni, fonte Country Store n. 60, 2001

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