II 9 settembre 1833 il trentasettenne Christian Frederick Martin lasciava la natale Sassonia alla volta di New York. Figlio di un costruttore di chitarre ed allievo del noto liutaio austriaco Johan Stauffer, C.F. si lasciava alle spalle un’annosa disputa fra la corporazione dei falegnami e quella dei liutai. Questa polemica fu il motivo principale dell’emigrazione di Martin e di altri liutai tedeschi.
La prima bottega di C.F. si trovava a New York, in Hudson Street, e fu spostata a Nazarcth, PA, nel 1859, in seguito all’acquisto di terreni appartenenti alla casa di Moravia.
Le poche chitarre sopravvissute del periodo newyorkese riflettono ancora l’influenza viennese: sagoma piccola a ‘8’ pronunciato, fasce basse, ponticello con i ‘baffi’ e le sei meccaniche su un lato della paletta Tuttavia possiamo già notare un segno della genialità di Martin nel manico regolabile al tacco per mezzo di una chiave.
Negli anni fra il 1840 e il 1850 Martin mise a punto il ‘cuore’ delle sue chitarre: la famosa ed insuperata incatenatura a ‘X’, che fu in seguito adottata da tutti i costruttori di chitarre acustiche, con leggere varianti, fino ai giorni nostri.
C.F. 1° muore nel 1873, lasciando l’attività a suo figlio C.F. Junior e ad un parente, C.F. Hartman.
All’inizio del novecento avvennero altri importanti cambiamenti. La Martin inizia a montare le prime corde in acciaio abbandonando la vecchia muta con i cantini in budello ed i bassi in seta fasciata di rame. I ponticelli, da quelli ‘alla Stauffer’, diventano prima rettangolan con sezione piramidale (conservati poi in alcuni modelli come la 0-17) e successivamente assumono la classica forma ‘con pancia’ che tutti conosciamo.
Ma veniamo alla chitarra più suonata, più imitata e più bluegrassy della produzione Martin: la Dreadnought (corrazzata). La Dreadnought alla sua nascita fu dapprima disegnata e prodotta da F.H. Martin, figlio di Junior, per il Charles Ditson Music Store di New York e Boston e divenne parte della linea Martin vera e propria alla chiusura della Ditson, nel 1920.
Nel 1931 dagli esperimenti di Martin uscirono la D-1 e la D-2, in seguito, rispettivamente, la D-18 e D-28. La D-1 è tornata in produzione nel 1992 come la Martin più a buon mercato, stavolta distintivamente dalla D-18.
Delle sette D-2 prodotte sopravvive un raro esemplare, molto ben conservato, alla Country Music Hall of Fame di Nashville. Il disegno caraneristico delle prime D-18 e D-28 marchiate Martin, ancora a 12 tasti fuori manico, con le spalle arrotondate e la paletta scavata, risultò sulle prime assai difficile da far accettare ai musicisti, distaccandosi così drasticamente dalla tradizione per via delle fasce alte e della cassa più lunga e più larga al centro.
Cionondimeno, le imprese che alla lunga riuscirono ad uscire indenni, o quasi dalla Grande Depressione, furono proprio quelle che presentarono sul mercato delle novità assolute. E’ questo il caso della Martin che con la Dreadnought, dopo un primo impatto che vide una certa perplessità nella committenza, iniziò ad assaporare un progressivo ed inarrestabile successo.
La crescente popolarità del folk e del country e successivamente del bluegrass fecero della Dreadnought un’assoluta dominatrice della scena, cui si adeguarono tutti i produttori di chitarre.
Per potersi districare nella gamma di produzione delle chitarre Martin (lasciando da parte mandolini, ukuleles, tiples, banjos, bassi, chitarre elettriche, arch-tops e amplificatori), bisogna innanzitutto distinguere fra i modelli e gli stili.
I modelli sono indicati nella prima parte della sigla (D, 0, 00, 000, 0M…), mentre gli stili sono contrassegnati dai numeri che seguono (18, 20, 21, 28, 31, 45…).
I modelli si distinguono per le misure mentre gli stili si distinguono per le rifiniture e per i legni. Per esempio la ‘O’ ha una cassa di 13 pollici e 1/2 al punto più largo, la ‘00’ di 14 e 1/8.
Per quanto riguarda gli stili ricordiamo il mogano per la 18, il fondo in tre pezzi di palissandro per la 35, il logo verticale e l’abalone per la 45. La prima D-45 fu costruita nel 1933 per il ‘singing cowboy’ Gene Autry. Oltre alla produzione standard funziona il Custom Shop che produce modelli fuori serie su indicazioni del cliente.
Un discorso a parte merita la sigla ‘H’ (Herringbone) associata alla D-28, particolarmente cara ai musicisti bluegrass. Herringbone definisce un particolare tipo di filetto ornamentale a lisca di pesce bicolore. La fama della Herringbone è legata al mito del prewar, essendo stata tolta di produzione nel 1946. La HD-28 è tornata in catalogo nel 1976.
Dall’inizio degli anni ’80, malgrado l’introduzione di nuovi modelli e la clonazione della serie economica Sigma, il mercato delle Martin ha subito una certa flessione per l’arrivo sulla scena acustica di valide compagnie come Taylor, Santa Cruz, e di abili liutai come Somogy, Bourgeois, Andersen ecc, e forse anche per un leggero calo di qualità nei materiali e nelle messe a punto, tuttavia quel look e quel suono cui ci siamo abituati con centinaia di dischi e di concerti ne fanno ancora oggi la regina delle chitarre acustiche.
Fabio Ragghianti, fonte Country Store n. 22, 1994