Mary Gauthier ha già pubblicato il suo primo CD, intitolato come il suo ristorante Dixie Kitchen, nel 1997 e le premesse erano estremamente interessanti, ma nessuno si sarebbe potuto aspettare un comeback album di questa portata! Signori, Drag Queens… è un vero capolavoro, semprechè amiate le sonorità che contraddistinguono, tanto per dare un esempio, l’ultimo lavoro di Lucinda Williams.
In una decina di brani, Mary ci sciorina una panoramica di diseredati, carcerati, sbandati, emarginati e disgraziati vari tale da fare invidia ai vagabondi del migliore Jack Kerouack. Le sonorità sono rilassate, come nell’iniziale title-track, che vedrei benissimo in mano al vocione di Waylon Jennings con un arrangiamento tipico delle sue reinterpretazioni.
Altre anzi sono proprio pigre, ascoltate il ritmo sonnolento ed ipnotico della song dedicata a Karla Faye Tucker, accusata di omicidio, che soggiornò nel braccio della morte per oltre quindici anni.
Si percepisce con lucida freddezza la lentezza del tempo che passa e che non porta a niente.
Altra nota di altissimo merito per la minimalista I Drink, che così concisamente ritrae gli stereotipi di vita di tante realtà presenti nel sud degli Stati Uniti, dove si trova anche il suo stato di origine, la Louisiana (ora Mary vive e lavora a Boston). Il ritornello recita in maniera scarna: “Fish swims, birds fly/daddies yells mamas cry/old men sit and think/I drink”.
Ancora accompagnamento scarno ed essenziale per Evangeline, Lucky Stars, Different Kind Of Gone, Slip Of The Tongue, tutte scolpite nella memoria dell’ascoltatore, che non può esimersi dal viverle tutte in prima persona. La conclusiva Jackie’s Train si rivela un’altra perla: train song con un passo country-folk grazie anche al coro semi-gospel fornito dalle voci dei componenti del gruppo texano degli Austin Lounge Lizards.
Munich MRCD 214 (Singer Songwriter, Alternative Country, 1999)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 61, 2002