Nathan Rogers è in ordine di tempo l’ultimo di una nobilissima stirpe di folk-singer canadesi destinata a perpetrarsi attraverso musicisti di questo calibro. Figlio di una vera icona della musica canadese come Stan Rogers e nipote di Garnet Rogers, uno dei segreti meglio custoditi dei suoni profondamente radicati nella tradizione di quelle terre ricche di fascino e mistero.
The Gauntlet è il secondo disco, dopo ben quattro anni dal debutto intitolato True Stories. Produzione adulta e attenta dello stesso Nathan Rogers con Jaxon Haldane, arrangiamenti talvolta sorprendenti ma sempre curati grazie alla presenza di alcuni tra i migliori nomi della nuova musica delle radici canadese come alcuni membri della band di Winnipeg The Duhks (il banjoista Leonard Podolak, la violinista Tania Elizabeth, il percussionista Christian Dugas e Jordan McConnell a low whistle e uilleann pipes), il bassista Gilles Fournier e la cantante Keri Latimer, ma soprattutto la forza interpretativa e la grinta del protagonista sono i punti a favore di questo album. Le storie sono tutte ricche di significato: storie di vendette, abbandoni, disillusioni, rabbia, libertà e redenzione, offerte con notevole cipiglio ma anche con dolcezza e poesia.
Si passa dalla arcigna ed elettrica Fingerprints alla fedele trascrizione del traditional britannico Willie O’ Winsbury (chi si ricorda la versione dei ‘vecchi’ Pentangle?), i due estremi di una proposta mai banale o scontata. Better Than Me suona apparentemente più disimpegnata con le sue considerazioni sulla vita ‘da sposati’ a ritmo quasi old time/rag mentre Billboard Babies offre l’altra medaglia di una vita dove spesso genio e pazzia vengono confusi. Ancora molto positive sono The Gauntlet e Land Of The Living Skies, due intense storie ambientate nelle sconfinate pianure canadesi, l’orgogliosa Moving Mountains che può essere considerata manifesto sonoro di Nathan Rogers e l’immancabile omaggio alla tradizione paterna con The Puddler’s Tale, canzone non completata dal grande Stan e passata nelle mani del figlio che ne ha curato personalmente l’arrangiamento.
Disco dalle forti emozioni che dimostra quanto conti il DNA della famiglia Rogers.
Borealis BCD196 (Folk, Singer Songwriter, 2009)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2010
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