Chi ha la convinzione che il bluegrass sia un genere musicale che non si sia rinnovato, statico, ripetitivo nei suoi schemi come nell’impostazione delle parti vocali non ha certamente tutti i torti. Quando si cerca di generalizzare non si tiene conto però delle eccezioni, e spesso, guarda caso, ce ne sono più di quante si creda. Come una delle più convincenti tesi in difesa di questo genere di musica e della sua vitalità, possiamo senz’altro portare ad esempio la produzione dei New Grass Revival che, come il nome stesso lascia immaginare, interpretano generi tradizionali come il bluegrass, senza contare gustose sbandate verso la country music, con chiaro spirito progressive e con intenzioni innovatrici che, a mio parere, si sono realmente realizzate e concretizzate nella loro produzione discografica.
In effetti, il termine bluegrass sta piuttosto stretto come definizione della musica di questa band che, arrivata al suo quinto album, si conferma senz’altro come la formazione più progredita ed avanzata tra quelle che operano in questo ambito, ed anche la più geniale e ricca di nuovi talenti. Sam Bush, Curtis Birch, John Cowan e Courtney Johnson, che, oltre allo strumento in cui sono specializzati sanno alternarsi a tutti gli strumenti a corda, costituiscono infatti un gruppo solido ed omogeneo, in grado di offrire le più diverse soluzioni sonore con i loro strumenti e di costruire le più sofisticate parti vocali a seconda dei brani che interpretano.
Barren County dovrebbe definitivamente consacrare i N.G.R. che meritano ben altro seguito per quanto sono riusciti a realizzare con i loro dischi sino a questo momento. Brani come Dancin’ With The Angels di Peter Rowan, In The Plan firmato da D. Dillard, G. Clark e B. Leadon, e tutte le songs firmate da Sam Bush e Steven Brines, ci offrono una band al massimo delle proprie possibilità espressive: difficilmente in questo ambito credo si possa fare di più e di meglio. Una musica viva e vibrante, che nella sua compattezza lascia spazio qua e là ad ogni musicista di offrire qualche esaltante assolo, parti vocali centrate e ben arrangiate, dove al solista si aggiungono una, due o tre voci che spesso si fondono, si alternano, dialogano, creando, inserite nella musica dei N.G.R., mirabili ed inusuali effetti cromatici. Non si può definire tutto questo bluegrass, o newgrass, è qualcosa di diverso e personale quello che questi quattro musicisti creano con chitarra, banjo, mandolino e basso.
Di pregevole fattura sono anche ballads come How About You, un Jesse Winchester rivisitato in chiave country, Spring Peepers, di Bob Lucas, con un sound d’insieme di grande effetto e un centrato John Cowan alla voce: come per la song di Jesse è sempre lui che canta quando serve una voce calda e corposa. Notevoli in chiusura di album sono anche Goin’ To The Fair, anch’essa, come per How About You, con una sezione ritmica completata dall’aggiunta di K. Malone alla batteria, dove Sam Bush si mette in evidenza al canto e all’electric slide guitar, e Lee Highway Blues, un tributo alla memoria di Scotty Stoneman da parte dei N.G.R. Si tratta di un lungo brano strumentale condotto da un magistrale e sensibilissimo Sam Bush al violino cui, uno ad uno, si aggiungono gli altri strumentisti (il mandolino è di Bill Kenner) in un entusiasmante crescendo. The Flying Fish rides again!
Flying Fish 083 (Bluegrass Progressivo, 1979)
Franco Ratti, fonte Mucchio Selvaggio n. 20, 1979
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