New Lost City Ramblers

I sultani dell’old time music revival urbano. Mike Seeger, John Cohen e Tom Paley (in seguito sostituito da Tracy Schwarz) hanno letteralmente cambiato il corso del folk nordamericano sia con le loro fedeli riproduzioni sia, e soprattutto, con le loro riscoperte e registrazioni sul campo di autentici artisti popolari. Senza di loro, senza i loro numerosi albums per la Folkways a partire dall’anno di grazia 1958, la loro attività di ricercatori indefessi, la loro lungimiranza e buon gusto, anche, e perché no?, la loro incessante attività didattica (da non sottovalutare in un periodo dove andare alla fonte risultava spesso solo una fantasia irrealizzabile) non avremmo mai avuto giovani musicisti, ormai alla seconda/terza generazione, forgiati sulle tradizioni musicali più veraci, ma semplici marionette addestrate a ripetere pappagallescamente la lezione all’infinito senza un filo di personalità.

I loro interessi non si sono fermati all’idioma bianco, alla loro etnia di appartenenza, ad un aspetto fondamentale ma giocoforza limitato. Ed anche qui sta la loro grandezza ed importanza: eseguire un fiddle-tune angloscotoirlandese, sciorinare una filastrocca di montagna, risalire ad una ballata appalachiana, esplorare un blues del Delta o del Piedmont, resuscitare un inno perso tra gli inginocchiatoi di una vecchia chiesa battista, sperimentare il suono ricco di sorprese di una jug band, solleticare il tatuato violino francofono cajun, il ‘lonesome sound’ di un particolare finger picking sul clawhammer banjo, il mandolino prebluegrass, il dulcimer arcaico forgiato con un’accetta, una sofisticata autoharp, lamelle vibranti e flauti di canna, lo string ragtime… Tutte le possibili componenti che hanno dato vita al corpus della musicale popolare e tradizionale nordamericana.
Un tesoro senza precedenti e senza eguali.

Pierangelo Valenti, fonte Suono, 2012

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