Old Banjo Brothers – Beyond Bluegrass cover album

E’ un piacere ed un onore al tempo stesso dovermi occupare, su queste pagine, di un avvenimento eccezionale e, finora unico nel suo genere: la pubblicazione in Italia del primo album di musica bluegrass interamente eseguita, arrangiata e in gran parte composta da un gruppo italiano. Ma, badate, l’eccezionalitá non risiede nel fatto che sia il primo quanto nella qualitá della musica incisa, in diversi momenti ad un livello decisamente professionistico.

Gli O.B.B. non necessitano certo di lunghe presentazioni: romani, tra i primi gruppi a suonare e divulgare il verbo ‘bluegrass’ lungo lo stivale negli anni ’70, si sono progressivamente orientati verso una ricerca personale in campo stilistico e compositivo che li ha portati a distaccarsi sensibilmente dalla pura tradizione.
Il non indifferente potenziale musicale dei cinque ha potuto cosí esprimersi liberamente in composizioni originali in continuo equilibrio fra il tradizionale e il progressivo, lo swing e il rock, il sacro e il profano.
Gli O.B.B. hanno dimostrato di essere in grado di manipolare e filtrare anche i brani non originali con raffinata maestria al punto di farli apparire freschi di pentagramma, come sottolinea Tony Trishka nella sua presentazione sul retro di copertina, ove si legge tra l’altro: “Essi uniscono arrangiamenti innovativi all’efficacia delle voci e degli assolo strumentali, creano una musica basata su quella americana ma con una chiara imprinta personale”.

E chi di voi ha la fortuna di possedere giá una copia del disco si ascolti Little Sadie e si renderá conto di persona.
Con queste premesse titolo piú appropriato di Beyond Bluegrass ossia ‘oltre il bluegrass’ non fu mai trovato: 7 delle 13 song sono originali dei membri del gruppo, alcune di matrice swing o jazz, altre piú vicine al country-rock, altre ancora decisamente bluegrass; c’è un rock-blues dal repertorio Cream, un gospel di rito, un blues a 4 voci e due medley strumentali di sicuro effetto.
La sensibilitá musicale di Stefano Tavernese (violino, mandolino, voce solista) è ben rappresentata in ciascuna delle sue 4 composizioni, da Fool’s Swing a Fish’s Fish a One More Ride, grintoso country-rock acustico, a Song For A Friend, e notevoli sono le sue capacitá tecniche di violinista dotato di gusto e finezza non comuni, di mandolinista originale nonchè il lead-singer tra i piú espressivi sulla piazza.

Notevoli sono anche i preziosismi stilistici del ‘Prof’ Mariano De Simone (banjo 5-string, voce), uno dei pionieri dello strumento in Italia, che ci regala, oltre ad un suo brano tipicamente bluegrass Profdown, alcuni episodi di alta scuola banjoistica che poco hanno da invidiare ai maestri d’oltreoceano (basti per tutti il break di Fish’s Fish).
Ad assicurare una ritmica precisa e vitale provvede Leonardo Petrucci (chitarra, voce), anch’egli autore di un brano, Square’s Barman, e di intricati fraseggi in assolo sempre appropriati, mai fuori misura.
A Roldano Boeris (mandolino, voce) si deve la paternitá di Gather No Moss, uno dei momenti dell’album piú ricco d’atmosfera, nonchè un lavoro continuo di rifinitura al mandolino evidente sia nelle parti soliste (Whisky For Napoleon) sia negli arrangiamenti in armonia (Red-haired Apple).

Il tutto viene completato dal roccioso contrabbasso di Edoardo Salvati che fornisce un appropriato supporto ritmico e armonico al gruppo in ogni situazione, nei brani originali e progressivi come quelli tradizionali.
Le voci infine, sapientemente amalgamate, spiccano in particolar modo nei cori di The Man In The Middle e One More Ride.
Esordio discografico quindi ampiamente positivo per gli O.B.B. che si confermano una delle migliori realtá del circuito bluegrass nazionale.

PAN CFP 4007 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 1982)

Martino Coppo, fonte Hi, Folks! n. 1, 1983

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