I Dieci Migliori Dischi Degli Anni Novanta

Anche questo mese, come da un po’ di tempo a questa parte la quantità/qualità delle uscite inerenti questa rubrica sono aumentate in maniera impressionante, costringendoci a condensare in poche righe dischi che magari meriterebbero un approfondimento maggiore. Questo dato è significativo per lo meno per due motivi: da una parte è incredibile notare come la soul music sia uno dei generi musicali più prolifici in assoluto in cui a distanza anche di parecchi anni ci sia sempre da scavare portando alla luce gemme di inestimabile splendore (la scena northern soul britannica è un esempio di ciò da perlomeno tre decenni). Dall’altra è confortante notare che, in anni come quelli in cui stiamo vivendo nei quali sembra che l’industria discografica si stia chiudendo a riccio e sia disposta a rischiare solo su sicuri prodotti di consumo, il fatto che venga ancora dato così ampio spazio a ristampe di questo tipo dà in un certo senso il polso della forza economica di queste.

Visto che il cosiddetto deep soul è sicuramente uno dei sottogeneri della soul music più amato nel nostro paese cominciamo questa breve carrellata con un dischetto che risulterà mooolto appetibile alla maggior parte di voi. Ecco infatti che il CD selezionato dal giornalista britannico Dave Godin (uno dei più titolati al mondo in materia di soul music e già responsabile in passato della selezione di alcuni tra i migliori dischetti pubblicati dall’etichetta britannica), dal titolo Sanctified Soul (CDKEND 180), risulta essere uno dei piatti più ghiotti e prelibati del genere negli ultimi anni. Ventisei struggenti tracce, ricche di lacrime, sangue e sudore, scelte tra i lati B di autori di primo piano nell’ambito soul.

Ecco quindi che troviamo il buon Sam Dees alle prese con una struggente Signed, Miss Heroin, seguito da altri nomi ancora più famosi quali Wilson Pickett all’altezza della sua migliore fama in una ballata da pelle d’oca, tra acuti strazianti e frasi recitate con il cuore in mano. E poi ancora Solomon Burke, James Carr, Otis Clay, Arthur Conley, Joe Tex ed una sorta di super soul combo nella strepitosa traccia iniziale That’s how it feels, per quanto riguarda i soul brothers. Sul fronte delle soul sisters le presenze sono meno numerose per quanto riguarda la quantità, ma non per questo meno significative per quanto riguarda la qualità delle interpretazioni proposte, essendo nomi quali quelli di Bettye Swann e Judy Clay nell’olimpo della musica dell’anima. lnsomma come già avrete capito, I’ennesimo capitolo della serie dedicata dalla Kent alle ristampe di materiale degli archivi Atlantic (denominata Where’s AT) come d’altronde tutti quelli che lo avevano preceduto, è un dischetto imperdibile.

Rimaniamo in ambito southern per una serie di ristampe dedicate ad alcune delle pietre miliari del suono di Memphis made in Stax Records. Partiamo innanzitutto da Soul Limbo (SCD 24 41 1 3-2) di Booker T.& The M.G.’s. presentato in questa ennesima ristampa in una lussuosa versione rimasterizzata a 24 bit. ll dischetto in questione contiene oltre alle undici tracce del disco originale, anche una dodicesima traccia in cui, i più tecnologici di voi, potranno trovare notizie, storia ed un breve filmato di una decina di minuti riguardante i più significativi artisti dell’etichetta di Memphis. Fin qui vi ho parlato del valore aggiunto di una ristampa del genere, ma per quelli a cui di questo valore aggiunto non frega niente, com’é il CD? Come già detto sopra si tratta di una pietra miliare del Memphis Sound made in Stax Records, registrato tra Gennaio e Febbraio del 1968, ed in cui il gruppo capitanato dal tastierista Booker T. passa in rassegna una serie di brani, tra originali e cover, da fare accapponare la pelle. Dall’iniziale Be Young Be Foolish Be Happy portata al successo dai Tams alla finale Foxy Lady di hendrixiana memoria il disco è veramente una cavalcata trionfante sul più sanguigno suono soul mai prodotto. Da avere a tutti i costi.

Sempre appartenente alla medesima serie Be Altitude, Respect Yourself (SCD 24 411 6-2), una ristampa di un bell’LP datato 1972 degli Staple Singers. ll gruppo capitanato da Pops Staple fu fautore di una miscela unica a cavallo tra soul, blues ed elementi di una certa tradizione folk, tutto ciò grazie soprattutto ai trascorsi musicali del leader del gruppo, per certi versi paragonabili a quelli di un altro vecchio leone del suono southern, vale a dire Rufus Thomas. Su questo tessuto musicale molto intenso l’inserimento della strepitosa voce di Mavis Staple, con tutto il suo carico di unica sensualità ed erotismo, costituii il degno corollario per la creazione di un suono unico ed inimitabile. ll CD in questione riproduce integralmente le dieci tracce stampate originariamente sull’album, con l’aggiunta della medesima traccia CD rom già presente sulla precedente ristampa della serie. Anche in questo caso come nel precedente il lavoro è realmente di altissima qualità in quanto brani quali Respect Yourself o I’ll Take You There costituiscono classici del panorama southern soul. La serie in oggetto oltre all’indiscutibile valore intrinseco è doppiamente appetibile per via del prezzo di vendita speciale con cui i suddetti lavori sono posti sul mercato.

A questo punto come consuetudine di questa rubrica un breve cenno anche per quanto riguarda il northern soul. Midnight Brew – 22 Instrumental Northern Soul Gems (V.O.R.105) è il quinto volume della serie dedicata dalla tedesca V.O.R. alle riproposizioni in vinile di materiale già precedentemente pubblicato in CD dall’etichetta inglese Goldmine/Soul Supply. Si tratta, come facilmente deducibile dal sottotitolo di ventidue tracce bomba interamente dedicate al suono strumentale per dancefloor. Titoli quali Exus Trek della Luther Ingram Orchestra, Double Cookin’ dei Checkerboard Squares o The Joker dei Mylestones sono ben conosciuti ai frequentatori delle allnighter, ai quali vanno aggiunti altri strumentali, meno famosi ma ugualmente di grande impatto. Un disco da ascoltare, e da ballare, tutto d’un fiato. L’ultima segnalazione per concludere riguarda una ristampa di un’artista pressoché sconosciuto in Italia: Walter Jackson.

ll dischetto in questione fa parte di una serie che la britannica West Side Records dedica all’artista in questione, andando a ristampare una serie di sei album che l’artista incise per l’etichetta Chi-Sound a partire dal 1976 fino alla sua morte avvenuta nel giugno del 1983 per emorragia cerebrale. l più smaliziati di voi conosceranno probabilmente alcuni brani registrati da Jackson per l’etichetta Okeh, sempre sotto l’egida del grandissimo produttore Carl Davis, genio assoluto del Chicago soul. Anche l’etichetta per cui originariamente fu pubblicato questo lavoro, la Chi-Sound appunto, apparteneva a Carl Davis, il quale dopo la conclusione della sua esperienza con l’altrettanto titolata Brunswick, volle portare con se alcuni artisti. Jackson fu uno dei primi a firmare per la neonata label, ed i risultati della prosecuzione di questo sodalizio sono ora nuovamente disponibili in questa serie di ristampe. La musica contenuta nel dischetto è di una qualità indiscutibile, eseguita, interpretata, prodotta ed arrangiata magistralmente, in un’amalgama di ballate alternate ad intensissimi mid tempo tipicamente seventies da lasciare letteralmente a bocca aperta in quanto ad intensità interpretativa. Questo Feeling Good (WESM 616) di Walter Jackson è sicuramente il disco del mese.

Marco Moretti, fonte Jamboree n. 23, 2000

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