Provengono da cinque stati diversi ma fanno base in Colorado e questo è il loro secondo disco, dopo il debutto nel 2000 con Bluegrass Music.
La formazione è parzialmente mutata, ma non lo spirito che li anima. Spirito che si concreta nell’immagine sulla copertina: in essa campeggiano i cinque musicisti (formazione standard con chitarra, mandolino, banjo, fiddle e basso, abito scuro e Stetson bianco) riuniti attorno ad un unico microfono, come ai tempi d’oro del bluegrass.
E questo è garanzia di purezza e di autenticità, poiché effettivamente si esibiscono in questo modo. Certo non mancano i difetti: la voce del chitarrista e band leader Bradford Lee Folk non è eccelsa, manca un po’ di mordente (anche dopo ripetuti ascolti, al termine rimane poco), ma sono molto bravi nella tecnica strumentale e sufficientemente spigliati.
I pezzi contenuti nel disco sono per metà originali scritti dai componenti della band, e sono assai carini e freschi, tutti nel segno della tradizione e con un suono moderno, anche se non sempre all’altezza della loro abilità (vedi Hard Times e Petals In My Pocket).
Si fa particolarmente apprezzare lo strumentale Kanesville, con la bella prova al banjo dell’autore Jim Runnels, mentre tra le cover risaltano What A Way To Go, già sentita da Jimmy Martin e poi la conclusiva Sally-Jo, con la quale riescono a convincerci di essere a proprio agio anche con questo rock’n’roll registrato da Bill Monroe più di quaranta anni fa. In questo brano troviamo anche la brava e simpatica Sally Van Meter (la ricordate con i Good Ol’ Persons, e qui produttore del disco) alla chitarra, che giustamente si auto soprannomina appunto Sally “Jo”.
Una buona band di giovani tradizionalisti che ora, dopo un paio di nomination da parte della IBMA come ‘Emerging Artist’, ha le carte in regola per affermarsi pienamente.
Rounder 861 610 510 2 (Bluegrass Tradizionale, 2002)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 70, 2003