E’ uno degli artisti italiani che più apprezzo. Di bravi chitarristi e cantanti ce ne sono tanti, ciò che rende speciale Paolo Bonfanti è la sua sensibilità nel riuscire ad integrare nelle canzoni che scrive tutta la roots music americana con la quale si è formato. I suoni acustici del bluegrass e della flat picking guitar, il blues del Delta, quello di Chicago ma anche quello texano, il soul di Memphis, il country d’annata di Hank Williams, cantautori come Dylan e Hiatt. Durante un live può passare in rassegna ciascuna delle sue passioni, ma se decide di fare un album rock, di cosiddetto ‘classic rock’, allora tutto questo lo offre con lo stesso approccio, filosofia e stile di Springsteen e Mellencamp e gli Stones citati nel titolo. E non è esagerato scomodare nomi del genere, Paolo Bonfanti cammina su quella strada, da alcuni decenni ormai e non ha più nulla da dover dimostrare per convincere della sua grandezza. Un disco elettrico di alta levatura, di sano rock & roll che trasuda blues e anche country, registrato con la sua band e una lunga lista di ospiti illustri.
IRD (Roots Rock, Blues Rock, 2013)
Maurizio Faulisi, fonte Chop & Roll n. 11, 2013
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