È una delle realtà cantautorali più interessanti emerse dalla scena di Cambridge/Boston negli ultimi anni. Oggi, lei, Patty Griffin, di anni ne ha quasi 38 e con questi ‘mille baci’ (1000 Kisses) pubblica il suo terzo album. Facendo centro, ancora una volta. Il suo lavoro è come sempre delizioso, elegante, raffinatissimo. Addirittura, in questo caso, più intimista del solito.
Dotata dello stesso gusto estetico di una Mary Chapin Carpenter e di una facilità di scrittura melodica di una Nanci Griffith, Patty ha voce assai gradevole e notevole espressività. Registrato quasi tutto dal vivo in studio con l’ausilio di un piccolo combo acustico, l’album (che dura poco meno di 40 minuti) parte in modo inequivocabile con la deliziosa Rain, uno dei pezzi più belli del disco. Che va a fare coppia con l’altrettanto seducente Making Pies (con quel filo di fisarmonica a ricordare certi sciccosissimi arrangiamenti dei Subdudes che si ritrovano anche in altri pezzi del disco).
Poco prima, una suggestiva cover (solo chitarra acustica e voce) della ‘springsteeniana’ Stolen Car aveva fatto capire che la Griffin canta benissimo anche i brani non a sua firma.
Lo stile generale (strumentale e vocale) è mutuato da quello della grandissima Emmylou Harris che, non a caso, compare come guest star in Long Ride Home. A parte l’intermezzo latineggiante di Mil Besos (vecchio standard sudamericano, in versione per altro piuttosto accattivante, che ha ispirato il titolo ma che c’entra poco con il mood del disco), tutto l’album è molto d’atmosfera. E richiede un ascolto attento e poche distrazioni. In compenso, è capace di trasmettere all’appassionato emozioni sottili ma altamente corroboranti.
ATO 21504 (Singer Songwriter, 2002)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 87, 2002