Patty Loveless – Up Against My Hearth cover album

Up Against My Hearth, co-prodotto dall’astuto Emory Gordy Jr. e da Tommy Brown, è il quinto album inciso da Patty Loveless per la MCA dopo essersi meritata, sin dal suo debutto nel 1987, la stima dei più importanti e competenti giornalisti statunitensi.
Il disco presenta una line-up di musicisti piuttosto ben tornita, infatti, tra gli esecutori delle note di questo album emergono il sopracitato Emory Gordy Jr., gli onnipresenti Jerry Douglas, e Stuat Duncan, lo sfruttatissimo steel-guitarist  Paul Franklin e fra le guest star: Vince Gill, Dolly Parton  (per uno scambio di partecipazioni) e Lyle Lovett è, fra l’altro anche autore di God Will, l’ultimo brano del disco.
Questo lavoro, indubbiamente molto piacevole, consente alle potenzialità liriche di Patty di spaziare in differenti stili: dal più rockettaro Jealous Bone (che a mio avviso presenta un ‘qualcosina’ di ‘alabamesco’ leggi Green River), all’hillybilly di Wainting For The Phone To Ring, al lonesome sound di I Already Miss You fino ad arrivare a Can’t Stop Myself From Loving You pezzo in cui, secondo me, è molto facile ravvisare alcune (o molte) affinità interpretative con la grande Patsy Cline.

Tutto questo rende il disco molto vario e di facile ascolto consentendo alla nostra brava kentuckiana di emergere fra le più brillanti stelle dell’universo country. Un universo che grazie al cielo si può definire in espansione, soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti (di cui possiamo leggere sulle più importanti riviste – vedi Panorama n. 1357 -) quali l’enorme affluenza ai concerti e la prepotente presenza di country singers come quella di Garth Brooks ai primissimi posti delle classifiche americane (più in alto di Madonna o di Michael Jackson)

Jealous Bone/Nobody Loves You Like I Do/I Already Miss You/Hurt Me Bad If You Don’t Want Me/ I Come Straight To You/If It’s The Last Thing I Do/Can’t Stop Myself From Loving You/Waiting For The Phone To Ring/God Will.

MCA 10336 (Traditional Country, New Country, 1991)

Ruben Minuto, fonte Country Store n. 15, 1992

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