George Strait

“I want to reach the point where people hear my name and immediately think of real country music” (George Strait)

All’inizio degli anni 80′ la country music stava attraversando un periodo di stanca, vi erano si grandi nomi, ma sembrava che l’ispirazione musicale avesse abbandonato definitivamente ‘Music City’. All’improvviso su questa ‘calma piatta’ si alzò un vento, che si sarebbe presto trasformato in uragano, proveniente dal Texas. Un ragazzo di Poteet, stava cominciando a far parlare di sé perché si ostinava a presentarsi in scena con un immancabile capello da cowboy (nonostante qualcuno con ‘lungimiranza’ gli avesse predetto che “non avrebbero mai fatto fortuna i cantanti con lo Steson”) e perché aveva la ‘pretesa’ di fare largo uso di steel guitar e di fiddle durante i suoi concerti.

Questo ragazzo nel giro di un paio di anni, avrebbe dato una svolta tale al mondo della country music, tanto da diventare il punto di riferimento per una generazione di artisti.

Nessuno allora poteva immaginarlo ma George Strait, che fino ad allora aveva sempre vissuto in un ranch vicino a Pearsall, TX, allevando cavalli e radunando il bestiame, sarebbe diventato uno degli artisti più amati dal pubblico americano.

La carriera musicale di George era iniziata nel 1971 alle Hawaii dove si trovava per il servizio militare. Qui aveva formato una ‘army band’ con la quale si esibiva nelle varie basi militari, evadendo così dalla routine quotidiana che inevitabilmente la ‘naja’ comporta.

Tornato in Texas aveva deciso di continuare la carriera musicale formando un gruppo di semi­professionisti dal nome Stoney Ridge, anche se i suoi interessi principali rimanevano comunque lo studio universitario e il lavoro come cowboy presso il ranch del padre.

Laureatosi alla Southwest University in Agriculture Education, aveva trovato un ottimo impiego presso la stessa Università come insegnante. Pur essendo un ‘serio’ professore, George continuava a coltivare la passione per la country music esibendosi anche fino all’alba nei clubs e nei locali.

Favorevolmente impressionata da alcuni demos, la MCA decise di metterlo sotto contratto nel 1981, intuendo che questo artista sarebbe diventato presto una super star in grado di vendere migliaia di dischi. Unico neo era quel ‘maledetto’ capello da cowboy che si ostinava a indossare, ma nessuno ebbe il coraggio di farglielo togliere.

Finalmente nel luglio del ’81 venne pubblicato Strait Country su etichetta MCA e fu subito un successo. Si tratta di un album che ha segnato un profondo cambiamento nel mondo del country, il suo impatto fu così violento che migliaia di giovani americani ascoltandolo non solo scoprirono la country music, ma ne rimasero così affascinati da tentare la fortuna come cantanti. Fra questi, due in particolare, uno in Oklahoma e l’altro in Georgia, furono talmente impressionati da questo disco che decisero che tutto quello che desideravano dalla vita era “diventare come George Strait”. Inutile specificare che si trattava di Garth Brooks e Alan Jackson.

Intanto le case discografìche, accorgendosi che il “country vendeva piuttosto bene”, cominciarono ad investire grossi capitali per promuovere a livello nazionale questo genere musicale. Furono quindi ingaggiati tantissimi giovani talenti dotati di indubbie qualità canore, furono reclutati i migliori musicisti, tecnici, producers e pubblicitari d’America, furono riattivati e enormemente potenziati i normali canali di diffusione (radio, televisioni e concerti) e Nashville, da sempre capitale della country music, si trovò a vivere un periodo di splendore (soprattutto economico) come mai aveva vissuto fino ad allora.

Nel frattempo George Strait (che, con enorme compiacimento da parte dell’industria discografica, continuava a indossare il suo ‘benedetto’ capello da cowboy) aveva conquistato con la sua musica, improntata sul country più tradizionale, buona parte degli Stati Uniti.

Grazie a una serie di albums estremamente esaltanti e a canzoni ani­mate dai più nobili sentimenti che parlano direttamente al cuore dell’ascoltatore, l’America aveva trovato un eroe positivo nel quale identificarsi.

Attenzione però, non si tratta di un cantante che dice al pubblico quello che il pubblico vuole sentirsi dire, ma di un uomo che crede fermamente nei valori e nello stile di vita che propone. La sua sincerità non è mai stata messa in discussione, neanche i detrattori più accaniti dell’attuale country music hanno osato mettere in dubbio la sua onestà.

Musicalmente parlando George Strait rappresenta il prototipo del coun­try singer che riesce a coniugare efficacemente la bella voce calda e moderna con arrangiamenti che hanno la tipica impronta del coun­try più tradizionale. Quasi sicuramente chi ha coniato il termine ‘new tradi-tional’ lo ha fatto dopo aver ascoltato un disco di George Strait.

Pur avendo sempre pubblicato dischi di buon livello, non tutti i diciannove al­bums (greatest hits esclusi) del nostro singer/songwriter devono essere considerati dei capolavori.

Se dovessi sceglierne solo alcuni, mi orienterei innanzitutto verso il debut album Strait Country che possiede tutto l’entusiasmo che un disco d’esordio dovrebbe avere.

Anche Strait From The Heart, pubblicato nel 1982, può essere giustamente considerato un piccolo capolavoro, grazie a canzoni del calibro di Marina Del Ray e soprattutto, Amarillo By Morning uno dei pezzi più belli che, a mio giudizio, siano mai stati scritti.

Notevoli anche #7 del 1986, Merry Christmas Strait To You sempre del ’86, Ocean Front Property del 1987 (che oltre alla stupenda title track contiene la famosissima All My Ex’s Live In Texas), If You Ain’t Lovin’ You Ain’t Livin’ (1988) e Beyond The Blue Neon del 1989.

Della produzione degli anni novanta meritano una particolare citazione Chill Of An Early Fall del ’91, la colonna sonora del film Pure Country (1992) dove vi sono alcuni brani (Heartland, I Cross My Heart e The King Of Broken Heart) che si possono tranquillamente definire ‘senza tempo’, Lead On del ’94, Blue Clear Sky (il mio preferito) del 1996, il pluripremiato Carrying Your Love With Me dell’anno scorso e l’ultimissimo One Step At A Time.

Fra le decine di brani che George Strait ha portato al successo vanno ricordati, oltre alle già citate Marina Del Ray, Amarillo By Morning, Ocean Front Property, All My Ex’s Live In Texas, Heartland, I Cross My Heart e The King Of Broken Heart, anche Unwound (il primo singolo inciso nel 1981), Does Forth Worth Ever Cross Your Mind dall’album omonimo, The Cowboy Rides Again, The Chair (scritta con Hank Cochran), Check Yes Or No (inedito contenuto nel box Strait Out Of The Box), The King Of The Mountain (tratta da Blue Clear Sky), Baby Blue (dedicata alla figlia Jennifer tragicamente scomparsa all’età di 13 anni in un incidente stradale), Love Without End, Amen, la classica western song Red River Valley tratta dalla colonna sonora del film The Horse Whisperers e la multimiliardaria Carryin’ Your Love With Me.

Mentre appare perfettamente inutile ricordare le centinaia di premi che in quasi 20 anni di carriera ha conquistato, vale invece la pena di soffermarsi sull’incredibile feeling che Strait riesce a trasmettere durante i suoi concerti. Perfettamente a suo agio sul palco, George e il suo gruppo chiamato Ace In The Hole (di cui fanno parte quasi tutti i componenti originali degli Stoney Ridge) sono uno dei migliori ‘live act’ in circolazione.

Basti pensare all’enorme successo che ha avuto il suo recente George Strait Chevy Truck Country Music Festival dove, nel solo concerto di Phoenix, all’Arizona State University’s Sun Devil Stadium, è riuscito a vendere in poche ore ben 65.000 biglietti (gli U2 si erano esibiti nello stesso Stadium qualche mese prima e avevano venduto circa 25.000 tagliandi).

Come dicevamo una intera generazione di country-singers deve qualcosa a questo cantante del Texas non solo dal punto di vista musicale, ma anche nel modo stesso di presentarsi.

Stetson hat, Wranglers e Justin boots erano considerati, prima del fenomeno George Strait, un ‘costume di scena’, dopo il suo successo sono diventati uno stile di vita.

Discografia:
-Strait Country – 1981
-Strait From The Heart – 1982
-Right Or Wrong – 1983
Does Forth Worth Ever Cross Your Mind – 1984
-Greatest Hits Vol. 1 – 1984
-Something Special – 1985
-#7 – 1986
-Merry Chrtstmas Strait To You – 1986
-Ocean Front Property – 1987
-Greatest Hits Vol. 2 – 1987
-If You Ain’t Lovin (You Ain’t Livin’) – 1988
-Beyond The Blue Neon – 1989
-Livin It Up – 1990
-Chill Of An Early Fall – 1991
-Ten Strait Hits – 1991
-Holding On My Own – 1992
Pure Country – 1992
-Easy Come Easy Go – 1993
-Lead On – 1994
-Strait Out Of The Box – 1995
-Blue Clear Sky – 1996
Carring Your Love With Me – 1997
-One Step At A Time – 1998

Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 44, 1998

Link amici