Paul Brandt in soli tre anni ha consolidato la sua fama nel nativo Canada e negli Stati Uniti grazie a notevoli doti vocali combinate con una sensibilità e una forza interpretativa non comuni.
Con i suoi primi due dischi ha fatto incetta di premi e di riconoscimenti, arrivando al suo terzo lavoro discografico con un notevole bagaglio di esperienza e di maturità.
That’s The Truth è un album che conferma quanto di buono ha prodotto in precedenza e sicuramente sarà apprezzato da coloro che lo hanno seguito in passato. La sua voce e’ sempre molto espressiva e profonda mentre dal punto di vista compositivo ha preferito ridurre il numero dei brani scritti di suo pugno per dedicarsi maggiormente all’interpretazione di canzoni scritte da affermati songwriters di Nashville, come Jeffrey Steele, Craig Wiseman, Gary Burr e Skip Ewing.
Due tra le gemme di questo disco sono comunque sue: That’s The Truth che apre il CD e ne da il titolo è una delle sue più belle composizioni, con un testo particolarmente interessante nel quale si parla di sincerità, onestà e di ciò che è più importante in un rapporto interpersonale.
Sycamore Tree è invece una bella ballata nella quale il bambino che ne è protagonista cerca ‘rifugio’ nei pressi di un sicomoro per sfuggire alle violenze del padre.
E’ comunque l’album nel suo insieme ad essere degno di nota, forse meno immediato dei precedenti che contenevano grandi hits, ma ricco di spunti che vengono apprezzati col passare degli ascolti.
Canzoni come It’s A Beautiful thing, There’s A World Out There, Add ‘em All Up e la ballata pianistica Really And Truly sono intense e cantate con il cuore.
Un discorso a parte merita la conclusiva Let’s Live It Up che ci mostra un aspetto poco conosciuto di Paul Brandt che a volte ama andare contro gli stereotipi. E’ una composizione dell’ex Stray Cats Brian Setzer molto ricca di swing che ricorda certe cose di un musicista molto apprezzato dal Nostro: Harry Connick jr.
La produzione è cambiata ed ora dietro alla console siede Chris Farren, già produttore di Deana Carter (che appare come backing vocalist) che comunque non ha stravolto la musicalità di Paul Brandt. Il cantante di Calgary, Alberta, rimane una delle figure più interessanti e sensibili della scena musicale di Nashville e anche con questo disco ci ha regalato alcune canzoni molto valide.
Per chi non lo conoscesse ancora consiglierei di iniziare con i precedenti Calm Before The Storm del 1996 e Outside The Frame del 1997 che contengono i suoi ‘classici’.
That’s The Truth è da apprezzare dopo qualche ascolto per godere appieno della grande musicalità del giovane canadese.
Reprise 9 47319-2 (New Country, 1999)
Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 53, 2000
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