Pete Seeger

Peter (‘Pete’) Seeger è stato con Woody Guthrie il capostipite di quel movimento di riscoperta e aggiornamento della tradizione musicale popolare americana, e della sua rilettura in chiave politica, che, nato negli anni ’40 e culminato negli anni ’60 con Bob Dylan, continua tutt’oggi sotto l’etichetta di musica ‘folk’.

Figlio di docenti universitari di musica, (e fratello di Mike e Peggy, anche loro musicisti), Seeger riceve sin dall’infanzia una educazione musicale classica, ma dopo aver assistito a un festival di musica folk nel 1935, capisce quale è la sua vera passione e decide di imparare a suonare il banjo a cinque corde. Iscrittosi alla scuola di giornalismo di Harvard, abbandona gli studi al secondo anno e trova un impiego agli Archivi dell’American Folk Music.

Nel 1940 incontra Woody Guthrie ad un concerto organizzato a sostegno dei lavoratori migratori e forma con lui e con altri musicisti gli Almanac Singers, un collettivo musicale che gira gli Stati Uniti cantando canzoni contro la guerra e a favore dei diritti sindacali. Le loro esibizioni sono caratterizzate da un grande coinvolgimento del pubblico, che viene invitato a cantare e ad esprimere le proprie opinioni (fatto insolito allora e che sarà una costante anche dei concerti futuri).

Nel ‘42 si arruola nell’esercito, dove resta fino al 1945. Nel 1948 appoggia il candidato progressista alla presidenza degli Stati Uniti. Nello stesso anno fonda con Lee Hays, Ronnie Gilbert e Fred Hellerman i Weavers (‘Tessitori’), che ottengono un notevole successo agli inizi degli anni Cinquanta con brani come The Roving Kind, On Top Of Old Smoky, Kisses Sweeter Than Wine, Goodnight Irene e If I Had A Hammer, un brano lanciato qualche anno dopo in Italia da Rita Pavone, in una versione riarrangiata.

Negli anni del maccartismo, la sua militanza politica e l’appartenenza al Partito Comunista (che abbandona nel 1950) gli valgono un processo per attività anti-americane nel 1955 e un breve periodo di detenzione.

Nel 1958, scioltisi i Weavers, inizia la sua carriera da solista, componendo brani universalmente conosciuti quali We Shall Overcome, Where Have All The Flowers Gone? e Turn, Turn, Turn (quest’ultimo portato al successo dai Byrds).

Famosa è la sua polemica con Bob Dylan, reo, ai suoi occhi di puro strumentista acustico, di aver usato chitarre elettriche durante il Newport Folk Festival del 1965. Del 1967 è invece Waist Deep In The Big Muddy, una canzone contro la politica di Lyndon Johnson in Vietnam. Alla fine degli anni Sessanta abbraccia anche cause ambientaliste come la pulitura del fiume Hudson.

La sua attività artistica, inarrestabile nonostante l’età, attinge dal suo sterminato repertorio ed esplora anche le tradizioni musicali di altri paesi (è lui che ha fatto scoprire Guantanamera).

Fra i tanti riconoscimenti ricevuti nel corso della sua carriera, vanno ricordate almeno la Medaglia Presidenziale Americana, la più alta onoreficenza artistica degli Stati Uniti, ricevuta nel 1994, e l’ingresso nella ‘Rock and Roll Hall of Fame’ nel 1996. Ulteriore omaggio a questa icona del folk americano è l’album We Shall Overcome di Bruce Springsteen, in cui il Boss reinterpreta alcuni brani portati al successo da Pete Seeger.

3.5.1919

Folk

Vito Minerva, fonte TLJ, 2003

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