Pete Stone Brown – Up Against It cover album

Parte della scena musicale di Philadelphia da molti anni, come d.j. e giornalista oltre che come musicista, Peter Stone Brown ha un tardivo quanto significativo esordio.
La stampa specializzata USA ha scritto di lui: “Se Dylan venisse fuori con un album con una serie di canzoni come quella di Brown, noi saremmo qui ad acclamare il ritorno di Dylan”.
Come non essere incuriositi da affermazioni come questa? Anche se l’avesse scritta il più caro dei suoi amici, meriterebbe una verifica. Ed eccoci di fronte a Up Against It, forse uno dei debutti più clamorosi di un songwriter dylaniano d.o.c.

Up Against It, registrato ad Austin, con la collaborazione di Frank Campbell, basso, produttore ed ingegnere del suono, e Turk McFadden, batteria, questo esordio farà riflettere seriamente sui valori della musica che noi amiamo.
Peter Stone Brown si esprime con un linguaggio ed uno stile mediato dai grandi songwriters del passato ma con personalità e una scrittura ad altissimo livello. Tra le sue guide cita personaggi come l’eclettico Ben Vaughn ed il songwriter Martin Zellar, ma, onestamente, siamo già molto più avanti.

Matter Of The Heart apre l’album e subito pensiamo: un Dylan che ha trovato passione e cuore. Peter Stone è un romantico e questo corposo brano elettrico lascia esterrefatti. Originale l’uso del basso a sei corde e molto d’atmosfera l’organo di Ron Huckaby (George Strait) che si inserisce tra le chitarre di Paul McLaughlin e Brian Davis.
You Don’t Have To Close The Door è ancora puro Dylan-sound, Blonde On Blonde anni ’90, superbi ancora Huckaby all’organo e McLaughlin, chitarra. La calda e possente voce di Peter Stone Brown, meno dura e metallica del suo mentore, ma dallo stile di canto molto simile, lascia senza fiato nella lenta You Are Not Here. L’Asleep at the Wheel Cindy Cashdollar e Casper Rawls fanno la loro apparizione alla lap steel ed alla chitarra, con Ron Huckabee al piano elettrico, in una ballata che ha il passo di I Shall Be Released.

L’introspettiva title track è puro folk-rock elettro-acustico, Casper Rawls e Stone Brown alle chitarre, con il pastoso organo di Tim Alexander (Asleep At..) in sottofondo.
La drammatica Here On Earth, dal lento intro acustico a sostegno della toccante voce di Peter, che descrive le condizioni della terra, è una folk-song ricca di significati quanto d’atmosfere. D’effetto l’uso di piano e organo, Tim Alexander, e le parti soliste affidate a Jim Loessberg, pedal steel, e Casper Rawls, chitarra.
Mistery Mountain, è una folk-song acustica pervasa da un robusto irish-flavour. Cindi Cashdollar, dobro, e Howard Calish, violino, sugli scudi.

La veloce e tirata Walkin In My Sleep, percorsa dall’organo di Tim Alexander, la chitarra di Rawls, ha preziosi e sdrammatizzanti accenti country-rock conferiti dal bravo Jim Loessberg alla pedal steel.
Rockabilly Guy sembra un rockabilly d’annata firmato Johnny Cash, di cui ricorda anche l’incedere. Le citazioni colte si sprecano ed il guitar-sound, con il bravo Casper Rawls, è d’autore.
Say Yes, richiesta d’amore attraverso una folk-rock ballad, con ancora l’organo di Tim Alexander in sottofondo e pedal steel e chitarra a regalare accattivanti assoli.

Il desiderio di libertà, giustizia, e tanti irrisolti problemi, è espresso da Before I Go, messianica richiesta di chiarezza prima di andarsene. L’accordion di Tim Alexander e la pedal steel ne addolciscono la bella melodia, ma il messaggio poetico-musicale rimane, senza risposte possibili, nella sua crudezza.
La veloce Waiting For You, e la drammatica e cruda Insignificant, quasi recitata su uno scarno sottofondo acustico, chiudono Up Against It. Se non avessimo già avuto più di trentanni di Dylan, saremmo qui a gridare al miracolo.

Non importa, se riusciamo ad astrarci dal tempo e dai pregiudizi, sarà più facile ammettere che ci troviamo di fronte non ad un dylaniano, ma ad un grande songwriter. Il bagaglio cultural-musicale che Peter Stone Brown porta con sé comprende, fortunatamente per alcuni, sfortunatamente per altri, anche il signor Z. Gira e rigira, nella musica d’autore, parole e musica non cambiano, spesso anche il modo di coniugarle ed in terpretarle. Grazie e buona fortuna Mr. Stone Brown!!

Tangible 56806 (Singer Songwriter, Folk, 1996)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 23, 1997

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