Peter Rowan - Peter Rowan cover album

La Flying Fish ha messo a segno ultimamente alcuni colpacci assicurandosi i servigi di artisti del calibro di Mason Williams, Geoff Muldaur, Amos Garnett, Tracy Nelson, Doug Dillard ed altri. Tutti artisti di valore, ingiustamente tralasciati dalle grandi labels; Rowan è l’ultimo dei grandi nomi che la coraggiosa etichetta di Chicago ha messo sotto contratto.
Peter Rowan è un musicista atipico, assai dotato, ma mai pienamente in luce: fin dai suoi esordi (peraltro interessanti) con gli Earth Opera, quindi nelle sue varie peregrinazioni: Sea Train, Old And In The Way, Rowan Bros etc aveva dimostrato di essere un valido autore, ma non aveva mai dato l’esatta misura di ciò che poteva realmente valere.

L’amore per la musica americana tradizionale ed il gusto di volere rivisitare la musica del border (o confine), con quel classico stile tex-mex che già abbiamo imparato a conoscere attraverso le esperienze di Ry Cooder, danno un tocco di novità a questo primo vero lavoro solista di Peter.
Già rinomato come autore (suo è il classico Panama Red reso famoso dai New Riders), molto considerato come session man (vedi l’ottimo Muleskinner) Rowan non aveva ancora provato un album solista tutto suo. L’esperienza di circa tre anni con i Rowan Bros non completamente felice (due album molto buoni: The Rowans, Sibling Rivalry, mentre il terzo album Jubilation è mediocre), lo avevano condizionato.

Comunque questo Peter Rowan scioglie ogni dubbio sul suo autore rivelandosi album di pregio, opera eccellente per la scelta delle canzoni e per lo stile squisitamente personale. Completamente acustico l’album è una carrellata delle cose migliori di Peter, che riprende anche alcuni suoi cavalli di battaglia: da Panama Red (registrata live) a Midnite Moonlite (sempre live e con Richard Greene al violino), quindi anche la classica Land Of The Navajo (un brano da antologia!).

Stupenda è anche la lunga The Free Mexican Airforce registrata a San Antonio, Texas, con il grande Flaco Jimenez alla fisarmonica. È una canzone tutta intrisa di umori messicani, che pienamente riprende il discorso di Cooder (vedi Show Time e Chicken Skin Music).
Sempre con Jimenez sono Break My Heart Again, nostalgica, e The Gypsy King Farewell. Stupenda è poi Outlaw Love, in cui abbiamo un felice duetto con il fiddle di Greene e When I Was Cowboy di Leadbelly. Un album eccellente da parte di un musicista onesto che ha saputo trovare una via sincera per una musica in cui crede fermamente.

Flying Fish 71 (Country & Western, 1978)

Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 14, 1978

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