Suonare acustico. I pick up

Intenti ad osservare le ultime novità riguardanti chitarre ed amplificatori, spesso dimentichiamo i notevoli progressi ottenuti nel campo di quelli che potremmo definire gli accessori del chitarrista. I pick up per chitarra acustica stanno suscitando da tempo un notevole interesse sia a livello professionistico che amatoriale e le novità negli ultimi anni non sono mancate.
Vorremmo presentarvene alcuni di cui ci sembra opportuno sottolineare le caratteristiche e che presentano un sensibile passo avanti rispetto al passato. E’ noto come la riproduzione del suono della chitarra acustica sia un problema di difficile soluzione. Ciò non vuoi dire che la chitarra debba però avere un suono necessariamente cattivo una volta amplificata. Le sonorità che scaturiscono quindi da un pick up non saranno mai, almeno per ora, simili a quella di una chitarra non amplificata, ma possono essere altrettanto gradevoli seppure diverse. Il problema che i tecnici si sono trovati di fronte riguarda non solo la riproduzione delle frequenze acustiche, ma anche il feedback, perennemente in agguato. E, ancora, la necessità di avere un buon margine di potenza, essenziale per non essere coperti da altri strumenti quando si suona in una band. Senza dimenticare, infine, la giusta esigenza di non bucherellare troppo il proprio strumento.

I migliori risultati sono stati ottenuti abbinando due segnali, quasi sempre piezo più microfonino interno, ma per ora non ci occuperemo di tali soluzioni che, anche per il loro costo e per il loro uso leggermente più complesso, interessano solo una ristretta fascia di professionisti che suonano a livello solistico. Ci sia però consentito almeno citare gli ottimi Fishman Blender ed il Dual della L.R. Baggs.
Vorremmo riflettere invece con i lettori su quelle che sono alcune novità tra le più interessanti e più accessibili per il portafoglio, tenendo presente che la scelta dipende prima di tutto dalle proprie esigenze. Abbiamo davvero bisogno di un pick up dal segnale a uscita molto potente, magari più costoso, quando solo una volta ogni tanto suoneremo con una batteria e delle tastiere? Non dimentichiamo poi che l’utilizzo più diffuso per il pick up è paradossalmente proprio il normale uso casalingo con un altrettanto normale amplificatore. Scopriamo così che questo accessorio, che abbiamo acquistato soprattutto per suonare più forte, diventa un implacabile giudice che sottolinea ogni nostro errore, ma che alla fine ci aiuta a migliorare in ogni aspetto dell’esecuzione.

Piezo Elettrici e Magnetici
La tendenza dominante negli ultimi anni, anche se con signifi­cative eccezioni, è quella dell’uso dei sistemi che utilizzano come trasduttori piezofilm o materiali simili. Si tratta in sostanza di una sottile strisciolina che si mette sotto l’ossicino del ponte e collegata ad un preamplifìcatore interno alimentato da una pila. Il jack di entrata sostituisce il normale reggitracolla. Il Fishman Matrix, del quale è prossimo l’arrivo di una nuova versione, è forse l’esempio più noto. Un pó in ombra ormai i trasduttori ceramici nonostante i validi sistemi Ovation e Takamine di cui però non ci occupiamo perché non è possibile averli separatamente dagli strumenti. Il caso più noto è stato l’Ashworth, un pick up ceramico di tipo passivo dalle notevoli capacità nel riprodurre il suono acustico, ma dal segnale troppo debole e scarsamente equilibrato, con problemi di posizionamento non secondari.

Il successo dei pick up piezo, quasi tutti di tipo attivo con preamplificatore interno e relativa pila, è da porre in relazione alla buona capacità di riprodurre le frequenze alte e degli accettabili bassi e medi. L’equilibrio fra corda e corda è stato raggiunto da un pó tutti i produttori anche se i cantini spesso tendono ad essere predominanti. Infine la potenza di uscita del segnale, seppure molto diversa fra un prodotto e l’altro, è lo stesso abbastanza buona come pure le resistenze al feedback. L’inconveniente di questo tipo di pick up è dovuto al fatto che sono sensibili, in particolare, al suono che scaturisce dalla pressione delle corde, cosicché si ha una sonorità caratteristica che fa storcere il naso al suonatore acustico che si trova altresì a disagio con la mano destra, perché il segnale è molto più veloce e occorre prendere l’abitudine a suonare più lentamente. Gli studi in tal senso dei marchi più importanti si sono indirizzati quindi verso la produzione di pick up che permettessero di captare maggiormente la ricchezza del suono della chitarra acustica, in particolare l’ariosità che proviene dalla cassa armonica, cercando nello stesso tempo di non costringere il musicista a modificare il proprio modo di suonare con la mano destra.
Vedremo, analizzando specificatamente alcuni tipi di pick up, se questi obiettivi sono stati raggiunti.

Meno successo hanno raggiunto da noi i pick up magnetici che pure all’estero continuano a suscitare un maggiore interesse. Eppure questo tipo di trasduttori hanno degli indubbi vantaggi: spesso non c’è bisogno di fare alcun buco, c’è quasi sempre un risparmio nel prezzo, sono praticamente immuni da feed-back, col bottleneck sono imbattibili, hanno un eccellente riproduzione sui bassi e medi, su molti è possibile regolare la potenza d’uscita di ogni singola corda così da permettere un discreto equilibrio. Il loro limite è costituito da un volume d’uscita del segnale tendenzialmente debole e, soprattutto, dai cantini che risultano piuttosto metallici tanto che, nonostante ogni lodevole sforzo di equalizzazione il suono tende ad assomigliare a quello di una chitarra semiacustica. Molti passi avanti sono stati fatti però anche in questo settore seppure con aumenti di prezzo talvolta considerevoli.

Da scartare secondo noi l’utilizzo dei microfoni interni usati da soli. Troppo alto è il rischio di feedback e quasi uguale la situazione con un microfono davanti e basta (sempre valido il buon vecchio Shure SM 57). Soluzioni che possono andare molto bene in studio o davanti ad un pubblico totalmente in silenzio, ma di difficile attuazione soprattutto se si suona con altri strumenti o davanti ad un pubblico che anche solamente bisbiglia. Diverso è invece il caso in cui il microfono interno od esterno che sia, funge da secondo segnale. In questo caso la musica, è davvero il caso di dirlo, cambia.
Più affidabili, almeno per resistenza al feedback che comunque rimane modesta, i trasduttori a contatto. La fedeltà di riproduzione è niente male e così pure la dinamica sonora che ne scaturisce. Riescono in molti casi a percepire molte più sfumature dei più diffusi piezo sotto l’ossicino del ponte e se non dovete suonare con chitarre elettriche e tastiere o in qualche fumoso pub dove tutti parlano ad alta voce, possono essere una buona soluzione anche se esteticamente non sono il massimo in quanto in genere si fissano sulla cassa o sul ponte con della speciale pasta adesiva. Anche in questo campo le cose però sono cambiate come vedremo.

I musicisti acustici è noto come siano poco propensi ad appassionarsi ad ogni aspetto che riguardi l’amplificazione e ad occuparsene il minimo indispensabile. Ci auguriamo che queste brevi note contribuiscano a chiarirvi le idee su alcuni concetti elementari, senza dimenticare che il suono migliore è quello che piace a voi. I Nirvana hanno fatto il loro stupendo Unplugged con dei suoni che sembrano quelli di un gruppo che in fretta e furia ha provato l’impianto. Van Morrison usa dei pick up per acustica che un critico musicale ha definito “quackiest and cheesiest” che tradotto vuoi dire che facevano pena, eppure sono sempre state scelte volute e la loro arte è stata ulteriormente valorizzata. Quindi pensiamoci un pó su, puntiamo ad avere un suono pulito e che ci soddisfi, calcoliamo la quantità di volume di cui avremo davvero bisogno senza che ci siano rientri e fischi vari e poi…. tanti auguri di buona musica a tutti.

R. Baggs Ribbon Transducersystem
Questo sistema di amplificazione basato su di un sottilissimo sensore che viene posto sotto l’ossicino del ponte, ha riscosso un notevole successo fra i musicisti. Provvisto di un preamplifìcatore interno che va posizionato sotto la fascia superiore della chitarra, viene presentato come una rivoluzionaria novità capace di percepire non solo il suono che arriva tramite le corde, ma anche le vibrazioni della cassa e del piano armonico. In più è possibile avere come optional un minuscolo congegno (remote control) che viene incastrato nella parte superiore della buca e permette di regolare volume e toni bassi oltre che l’efficienza della batteria. Nelle nostre prove, volutamente fatte su chitarre diverse, non c’è stata unanimità di giudizio, anche se nessuno ha messo in dubbio la qualità del prodotto che è sicuramente notevole. E’ piaciuto molto ai liutai in quanto la sottilità estrema del pick up facilita molto la sistemazione dello stesso e per alcune vecchie chitarre questo pick up è una scelta obbligata.

Molto buono il materiale di cui è costituito, a cominciare dal preamplifìcatore interno che con una pila alcalina da 9V riesce ad arrivare alle 500 ore, un pó di meno se si usa il Remote Control. Inoltre non è assolutamente sensibile ai mutamenti atmosferici. Ha suscitato consensi fra chi suona l’acustica, ma ancor di più l’elettrica che ha apprezzato anche la notevole potenza d’uscita del segnale e la ricchezza del suono. Qualche consenso in meno fra chi suona praticamente solo l’acustica. La resistenza al feedback è buona, ma rientra nella media. Il segnale che produce è molto veloce nella più fedele tradizione dei piezo, con il risultato che va cambiata l’attitudine della mano destra. La risposta era però molto più naturale usando un filo di chorus e di reverbero che sono stati aggiunti per mitigare la velocità dell’attacco.
E’ il pick up fra quelli da noi provati che risponde meglio ad un moderato uso degli effetti. Non ci è sembrato la novità rivoluzionaria di cui la Baggs parla, ma gli aspetti positivi a cui abbiamo accennato, per certi aspetti sicuramente nuovi, fanno del Ribbon uno dei prodotti più interessanti sul mercato.

Highlander IP-I
Molto diffuso negli USA è, insieme al Ribbon, la novità più interessante degli ultimi anni. Anche questo è un pick up attivo con relativa pila interna e preamplificatore che forma un unico blocco con l’attacco per il jack. In questo caso i giudizi si sono invertiti rispetto al Ribbon. Chi suona prevalentemente acustico l’ha trovato ottimo perché l’attacco con la mano destra è decisamente migliore. Eccellente è l’equilibrio fra corda e corda e l’amplificatore interno è talmente raffinato che riesce ad eliminare ogni rumore di fondo. Superiore alla media anche la resistenza al feedback ed è molto più acustico rispetto al suono di tanti altri pick up.

I liutai che hanno partecipato alle nostre prove così come i chitarristi elettrici solo prestati ogni tanto all’acustica, rilevavano però che il segnale d’uscita era molto più basso rispetto al Ribbon per esempio. I liutai in particolare sottolineavano come il materiale di cui è costituito il sottile cavo coassiale da mettere sotto l’ossicino, non era facile da posizionare ed in alcuni casi si è rivelato, seppure momentaneamente, un pó sensibile ai mutamenti atmosferici.
Ma un altro asso nella manica l’Highlander lo possiede. Suona talmente naturale che volendo si può fare a meno di equalizzarlo. Fedeltà acustica, silenziosità, maggiore naturalezza per la mano destra, tutti elementi che hanno giustamente contribuito alla diffusione di questo pick up che se in Italia costasse un pó meno avrebbe ancora maggiori possibilità di affermarsi. Sono disponibili anche una versione con la batteria esterna e una che vede la possibilità di aggiungere un piccolo microfonino interno in modo da poter utilizzare un doppio segnale.

EMG Humbucking
L’interesse verso i pick up magnetici è molto cresciuto in questi ultimi anni grazie al successo ottenuto oltreoceano dal Sunrise. Un pick up difficile talvolta da reperire anche negli USA e che viene costruito artigianalmente e dal prezzo piuttosto alto. Questo EMG ha un’impostazione simile al Sun­rise, ma nello stesso tempo ha un prezzo abbastanza accessibile. Si monta in modo piuttosto facile nella buca, anche se i tempi non sono proprio brevissimi e quando non si usa la chitarra elettrificata è possibile staccarlo dalla pila interna che resta fissata all’interno con una piccola staffa. Il preamplificatore forma un unico blocco con il pick up.
Per quanto riguarda la sonorità dobbiamo dire che il segnale è molto pulito ed equilibrato. Oltre ad essere praticamente immune da feedback ha dei bassi molto fedeli ed anche sugli alti il miglioramento rispetto al passato è stato notevole. Ottimo il materiale usato e la regolazione dei poli permette di lavorare sull’intensità di uscita di questa o quella corda. Per contro questo pick up ci è sembrato più una buona base per utilizzare un ulteriore segnale che un pick up da suonare così com’è, come fanno in fondo buona parte di coloro che a livello professionale usano il Sunrise, vedi per esempio i Rolling Stones.

L’unico del nostro gruppo che aveva provato anche il Sunrise ha rilevato che non notava eccessiva differenza con questo EMG. Il Sunrise, a suo parere, ha solo il segnale molto più potente e, aggiungiamo noi, anche un alto prezzo.
Qualcun altro ha criticato tutto il sistema (“Troppa ferraglia”), in genere siamo stati tutti d’accordo nel trovare il suono nitido ma freddo. Giudizio scaturito dal fatto che i cantini, pur essendo molto più naturali rispetto ai pick up humbucking del passato, continuavano ad essere, in particolare per il mi, ancora troppo metallici. Molto buono l’attacco, con grande sollievo per la mano destra ed imbattibile come pick up per il blues soprattutto nell’uso con il bottleneck. Se vi state orientando verso questo tipo di pick up l’EMG Humbucking farà sicuramente per voi.

McIntyre Contact
Se l’interesse per i pick up magnetici è da porre in relazione al successo del Sunrise, una maggiore considerazione stanno riavendo anche i pick up a contatto grazie all’interesse che negli USA ha suscitato, almeno per un certo periodo, il Seymour Duncan SA 2 Perfect Timbre. Purtroppo questo trasduttore è di difficile reperibilità qui da noi e non siamo riusciti a provarlo. Sappiamo però che è costituito da un microfilm che viene fatto aderire sotto la tavola e con un minuscolo preamplifìcatore interno in cui tra l’altro è possibile regolare medi ed alti.
Se il prodotto che più si avvicina al Sunrise è l’EMG Humbucking, quello che più ricorda l’SA 2 è il Mclntyre. Se a limitare la diffusione dei pick up magnetici è la presenza di cantini troppo poco naturali, qui invece, nei pick up a contatto, è la scarsa resistenza al feedback il tallone d’Achille. Proprio per il loro posizionamento, in genere con una parte adesiva (fa un pó senso e sembra che il pick up debba staccarsi da un momento all’altro, ma funziona e trasmette benissimo il suono) nei pressi del ponte, è suscettibile di rientri molto sgradevoli.

Il Mclntyre da noi provato non fa eccezione, ma ci è piaciuto tantissimo lo stesso. Elaborato con la collaborazione di B. Lawrence, chitarrista di quel genio del country che risponde al nome di Doc Watson, è costituito da una specie di grossa pasticca che si mette in un punto preciso, ben indicato nelle istruzioni, al di sotto della tavola armonica e che poi viene collegata via cavo al consueto jack che si integra con il reggitracolla. Abbiamo rilevato una notevole fedeltà, un buon equilibrio tonale, una dinamica complessiva superiore ai normali piezo posizionati sotto l’ossicino del ponte. Anche la mano destra lavorava molto bene però, come dicevamo, tutto ciò a condizione che i livelli del volume siano medi; appena si alza un pó, il fischio arriva inesorabile.
Proprio a questo proposito vi invitiamo ad escludere i pick up a contatto più economici. Non solo sono sensibilissimi al feedback, ma si posizionano sopra la tavola e non all’interno con il risultato che basta un minimo strattone e si staccano ed il loro sottilissimo cavo che si collega ad un normale jack peggiora ulteriormente la situazione. Non fa parte di questa fascia di prezzo il Mclntyre che abbiamo provato; costa un pó di più, ma a nostro parere la differenza qualitativa giustifica il tutto. Lo abbiamo provato anche con un equalizzatore e diversi preamplifìcatori e le regolazioni sui toni sono state minime, più utili queste scatolette per adattare il segnale del Mclntyre ai vari impianti o amplificatori dato che è l’unico pick up fra quelli da noi provati che non è provvisto di preamplifìcatore con relativa pila.

Ed insieme all’EMG humbucking è anche l’unico che può essere provato, anche se non è proprio agevole, senza necessariamente montarlo bucando la chitarra. I liutai che hanno partecipato alla nostra prova hanno sottolineato la facilità di montaggio che ne riduce ulteriormente il prezzo. Qualcun altro ha protestato perché capta troppo gli spostamenti delle dita della mano sinistra e percepisce immediatamente qualsiasi appoggio o colpo su ponte e tavola.
Limiti a cui si può facilmente ovviare e al termine della prova si è giunti alla conclusione che questo tipo di pick up sono piuttosto sottovalutati e che, nella fascia più alta, come appunto nel Mclntyre da noi provato, possa esserci in futuro un maggior interesse da parte degli acquirenti.

Manne pick up Acustico
Da poco sul mercato c’è questo pick up di provenienza germanica e di cui si è assicurato l’esclusiva Manne Guitars che molti lettori già conosceranno per le eccellenti chitarre di liuteria elettriche che produce. Si tratta di un prodotto che è molto simile all’Highlander, ma con alcune novità molto interessanti e con il vantaggio di costare meno. La novità sta soprattutto nel preampliflcatore che è costituito da un minuscolo cilindro che resta penzoloni all’interno della cassa, ma che è saldamente collegato con il piezo che, come dicevamo, usa lo stesso materiale dell’Highlander e che non è il massimo della sottigliezza.
La capacità di riuscire a percepire anche le vibrazioni della cassa e della tavola armonica sono discrete e non si limita a captare solo le vibrazioni che arrivano dalle corde. Questo consente una naturalezza di suono ed ariosità che spesso mancano o sono limitate nei pick up dello stesso tipo.
Nel depliant illustrativo c’è scritto che è facile da installare. Non è proprio così. Se non lo si posiziona in modo appropriato perde di volume che già di per sé non è elevatissimo e tende ad enfatizzare ogni minimo colpo su battipenna ed ossicino. Ne avevamo uno solo a disposizione ed è stato montato su di una J 50 Gibson del ’62. Il liutaio milanese Lucio Carbone ha dovuto sfoderare tutta la propria abilità per posizionarlo correttamente, ma con risultati alla fine molto soddisfacenti. Augurandoci che l’importatore provveda a porre nella confezione anche la staffa reggi pila che mancava.

Soddisfacenti i risultati finali, perché questo Manne pick up ha saputo riprodurre con molta accuratezza le sfumature vintage dello strumento senza costringere la mano destra ad eccessivi cambiamenti rispetto a quando si suona acustico. Alta la resistenza al feedback; per sentire il fatidico fischio ci siamo dovuti mettere proprio di fronte all’amplificatore (abbiamo alternato un Trace Acoustlc ad un Gallien Krueger MV 200 nelle nostre prove). Meglio ancora nella resistenza ai rumori di fondo, fruscii e ronzii sono inesistenti. Basso il consumo della pila, caratteristica invero rilevabile in un pó tutti i pick up dell’ultima generazione e dato che la sostituzione non è sempre agevole, è questo un vantaggio non secondario. Con una pila alcalina questo Manne pick up, assicura il costruttore, pare arrivi a mille ore. Poco o nulla l’equalizzazione necessaria; suona già bene così. Ci auguriamo che sia reperibile con relativa facilità perché è sicuramente un prodotto che vale.

Conclusioni:
Ci auguriamo che questa breve carrellata delle più recenti novità degli ultimi anni sia risultata utile. Risulta evidente che, nonostante gli indubbi progressi compiuti, siamo oggi in una fase di stallo. Se si punta al volume ed alla ricchezza sonora (vedi Ribbon) si perde in naturalezza e fedeltà, se sono quest’ultime a prevalere (Highlander. Manne) si perde un pó in volume. Se si vuole essere liberi da ogni pericolo di feed-back (EMG Humbucking) si hanno cantini che ricordano un pó troppo una semiacustica elettrica. Se si vuole sfruttare la naturalezza delle vibrazioni che scaturiscono dalla tavola armonica e dall’insieme della chitarra (Seymour Duncan SA 2 e Mclntyre) il feedback è ancora più pericolosamente in agguato.
Gli attuali risultati della ricerca tecnica per ora non ci permettono di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Occorre in ogni caso effettuare una mediazione sulla base delle nostre esigenze con la consapevolezza però che se molto è stato fatto, molto resta ancora da fare.

Ultimissime
Mentre stavamo andando in tipografia abbiamo saputo che il Sunrise sarà finalmente importato. Nel campo dei pick up magnetici è previsto anche l’arrivo del Fishman Rare Earth, mentre è già in distribuzione, sempre Fishman, il nuovo Matrix che è un vero e proprio ‘classico’ fra i piezoelettrici.

(Si ringraziano per la collaborazione la liuteria Alvermann di Ciriè (TO), la liuteria Carbone di Milano, i liutai Umberto e Massimo Mari di Torino.
Tutti i pick up sono stati provati utilizzando corde GHS e Martin gentilmente fornite da Tomassone Chitarre di Bologna)

Tullio Rapone, fonte Country Store n. 46, 1999

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