Pieta Brown - Mercury cover album

Figlia del grande Greg Brown, uno dei maggiori poeti e cantautori contemporanei, Pieta è riuscita a ritagliarsi un suo spazio personale nell’ambito della riproposta delle radici americane, giocando saggiamente su un mix di alternative country, di blues e di folk. Il suo quarto lavoro solista, Mercury è inciso quasi in presa diretta in uno studio perso nelle campagne del Tennesse e cattura perfettamente gli intenti di Pieta Brown, sospeso tra il passato e il presente, tra le suggestioni dell’Iowa, dove attualmente risiede, e quelle dell’infanzia trascorsa in Alabama, in un onirico insieme di ballate indolenti e al tempo tremendamente affascinanti.

I musicisti che la supportano in questo album formano un vero parterre de roi e la produzione di Bo Ramsey e della stessa Pieta Brown risulta pregevolmente asciutta e concisa. Richard Bennett, che con lo stesso Ramsey divide le parti chitarristiche, il bassista Glenn Worf, il batterista Chad Cromwell, David Mansfield che cura gli arrrangiamenti degli strumenti ad arco (con un cammeo di Mark Knopfler, grande estimatore della Brown) non hanno bisogno di molte presentazioni e sono tra i più richiesti sideman degli studi di registrazione d’oltreoceano.
Le canzoni formano un tutt’uno di grande presa e sono storie sgorgate dalla penna di Pieta Brown con naturalezza e parlano di amore e di privazione, di smarrimento e di speranza, unite da un sottile ma robusto filo conduttore che ricorda il grande lavoro di artisti come Lucinda Williams e Mary Gauthier.
Ecco, se apprezzate queste autrici troverete molti spunti in questo Mercury, dalla frizzante semplicità della title-track alle tenui tinte gospel di Glory To Glory, dal paludoso blues di Night All Day alle più countreggianti Be With You e I’m Gone. Tutto comunque all’insegna di una musica proposta con estrema eleganza e bravura, con naturalezza e classe cristallina.

Red House RHR CD 242 (Alternative Country, Country Blues, Folk, Singer Songwriter, 2011)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2011

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