Randy Howard è scomparso il 29 giugno del 1999, a quasi 39 anni di età, dopo una dura battaglia contro il cancro durata quattro anni. Fiddler eccezionale ed eclettico, non ha mai cercato la carriera solista e raramente è stato membro fisso di una band, escludendo una parentesi con l’affezionata Kathy Chiavola, e si ricorda un unico disco a suo nome, l’acclamato Survival Of The Fiddlist del 1993.
La sua passione era partecipare alle gare per violinisti molto diffuse negli States ed essere un musicista da studio di registrazione. Ed è stato veramente uno dei migliori: di contest per fiddle ne ha vinti più di trecento (con a conclusione il riconoscimento, giunto dopo la sua scomparsa, di miglior
Superato l’imbarazzo per una uscita così postuma, l’ascolto è piacevolissimo. I vari pezzi sono registrati con musicisti diversi ed in momenti diversi, ma ugualmente il disco è omogeneo, legato dal virtuosismo e dalla tecnica impeccabile del fiddle di Randy che tratta con estrema confidenza i vari stili.
Ci sono momenti bluegrass con ospiti Sam Bush, Jerry Douglas e Bryan Sutton, più country con le voci di Carl Jackson e Don Rigby, addirittura swing con il chitarrista gypsy-jazz Romane e con Roy Huskey Jr. (anche lui mancato nel 1997).
Brani scritti da Randy stesso, ad esempio la sorprendente Houdini o l’estiva Way Back When, si alternano a cover (stupenda Leader Of The Band di Dan Fogelberg o l’iniziale New Comptown Races di Frank Wakefield) in una miscela godibile e mai scontata. Il disco termina con la nota What A Wonderful World, dolce e tenero testamento musicale di un artista spontaneo e appassionante, troppo presto restituito al cielo, a gareggiare con gli angeli.
Sugar Hill 3962 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 2003)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 67, 2003