Randy Thompson - That's Not Me cover album

Tre dischi in sedici anni, Randy Thompson non è certo uno che si affanna in sala di registrazione. Per questo That’s Not Me ha dovuto attendere che il suo matrimonio andasse a rotoli, un evento al quale ha reagito scrivendo otto delle nove canzoni che lo compongono, ma non aspettatevi pedal steel strappacuore e ballatone di virile sofferenza. That’s Not Me, che si apre con una breve citazione da The Whole World di Steve Young (alla fine forse la cosa migliore del disco), è un piacevolissimo lavoro di moderno country, dalle spiccate aspirazioni mainstream, sia pure poggiate sopra buone frequentazioni.
Niente di particolarmente nuovo dunque, se non la sorpresa (?) di trovarsi di fronte a un prodotto che mainstream non è, se non altro per estrazione sociale e monetaria, e che invece suona praticamente perfetto, giusto in mezzo tra l’immediatezza del ‘radio friendly’ e la sostanza che pure si intravede in alcune, le migliori, ballate: Only One Way è una di queste, dove la voce si accomoda sulla chitarra acustica, incurante delle drammatiche rasoiate delle elettriche; Sound Of The Rain è un blues dalle chitarre spiegate, che costringe Thompson ad alzare la voce; la title-track, condotta dal piano è puro mainstream country; The Lovin’ Shown con quattro chitarre e la doppia voce di Maura Kennedy, pare danzare tra la polvere e il sole.
Sono talmente tanti e ben sfruttati gli echi che si rincorrono in questo That’s Not Me (che dire del riff di Dance Until Dawn preso a nolo da una vecchia canzone dei 38 Special?), che alla fine tutto sembra così familiare da farti venir voglia di infilare il dischetto nel ‘car stereo’ e partire per quella America che non c’è, ma che in questi dischetti sembra davvero dietro alla porta.

Jackpot LCD 1105 (Alternative Country, 2004)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 102, 2004

Link amici