Randy Thompson - That's Not Me cover album

Grande album, questo That’s Not Me, il terzo della carriera di Randy Thompson, che gli ha richiesto 5 anni di gestazione, ma con il quale realizza il salto di qualità, portando a compimento tutto quanto di buono è stato detto dei suoi due lavori precedenti e, senza alcun dubbio, ci permette di affermare che l’alternative country ha un suo nuovo, grande alfiere.
Di Clifton, Virginia, un paese di poco più di 200 anime a meno di 1 ora dal distretto di Washington, Randy proviene da una famiglia antichissima, che vanta radici nel lontano 1700. Come ogni buon virginiano, anche Randy è cresciuto ascoltando Hank Williams, Lefty Frizzell e Jimmy Rodgers, sentendo raccontare storie di Guerra Civile, ma il richiamo della città è sempre stato forte in lui e, Joe Ely, Kevin Welch e Steve Young hanno ben presto preso il posto dei Lari di famiglia, così come la sponsorizzazione naturale di una vena artistica, che si riconoscerà ben presto nell’alternative country e, più in generale, nella più genuina Americana.
L’honky tonk è sempre presente, anzi, l’incedere dei suoi pezzi ne ha il tipico passo ciondolante, ma il piglio fiero del suo script, la veemenza dei suoi arrangiamenti unita all’aggressività sia vocale che dei testi, lo fanno oggi rapportare più al Junior, che al Senior della famiglia Williams.
Altro spunto di riflessione riguarda la sua vena melodica, rivendicata da nashvilliani doc come una delle cose migliori partorite da Nashville negli ultimi anni, ma che non sembrerebbe in linea con padri putativi come Joe Ely e Steve Young, anche se lo stesso Thompson dichiara il suo rispetto per la Grand Ole Opry.

Certo chi suona country, che venga dal Tennessee, dalla California, dalla Virginia o da qualsiasi altra parte del mondo, non può prescindere da certi modelli e quindi, ben venga la talentuosa capacità di Randy Thompson di fare propri i caratteri della migliore tradizione.
That’s Not Me si apre con The Whole World, l’unico dei 9 brani a non portare la sua firma, sentito omaggio acustico a Steve Young, dall’atmosfera malinconica ed intensa, che caratterizza tutti i momenti intimisti dell’album, giustificati da un matrimonio andato all’aria proprio pochi anni orsono.
E cosi brani come If Love Is What You Want, Only One Way e la splendida title track That’s Not Me, testimoniano dello spirito agreste del Randy Thompson più cantautorale, più vicino alle sue origini, al piccolo paese nel quale è cresciuto, dove i suoni della natura si incrociavano soltanto a quelli degli strumenti acustici.
Sound Of The Rain, The Lovin’ Shown e The Unknown Zone, sono i tre brani che meglio rappresentano l’evoluzione della musica di Thompson verso l’alternative country.
Il suono diventa elettrico, teso, scandito da una base ritmica solida e potente, sorretta da una band nella quale spicca la chitarra di Pete Kennedy.
Anche vocalmente Thompson dimostra ottima personalità, grazie ad una voce tenorile ben impostata e dalla buona capacità interpretativa, che la porta ad essere a volte grintosa e, ove serve, intensa e malinconica.
Tutti i brani dimostrano un’architettura complessa, ma non per questo difficile, anzi i pezzi si imparano in fretta grazie a melodie piacevoli, mai banali o risapute che, come negli album precedenti, confermano la versatilità del giovane musicista, una dote che fa ben sperare per un futuro da country star.
Un solo neo, 40 minuti scarsi di musica sono troppo pochi, e, visto che Thompson dichiara di avere impiegato 5 anni a mettere insieme il CD, avrebbe potuto anche sprecarsi un pochino di più.

Jackpot LCD 1105 (Alternative Country, 2004)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 44, 2004

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