L’affascinante mondo di Darrow ci viene riportato alla luce da questo nuovo album, finalmente giunto ai nostri lidi redazionali. Darrow è un indomito hero, un cavaliere in costante difesa della buona musica, un ricercatore che vive da anni nell’ombra rifiutando qualsiasi compromesso commerciale. Dopo aver assaporato il successo nella sua permanenza con i Nitty Gritty, mentre il breve periodo con i Kaleidoscope gli aveva dato esperienza ed amore per le cose giuste, Darrow, agli inizi degli anni ‘70, intraprende la sua oscura carriera solistica, che ci riporterà tre splendidi albums: Artist Proof, Chris Darrow ed Under My Own Disguise, ed inoltre suona con vari artisti tutti di grande valore, ma per lo più sconosciuti, da Hoyt Axton a Toulouse Engelhardt, da Guy Carawan a Maxfield Parrish, da Sammy Walker ai Kaleidoscope riuniti.
Egli crede profondamente nelle musiche che esegue, e questo penso sia il fatto principale del valore assoluto del suo prodotto finito. Rank Strangers è un gruppo travagliato dall’esistenza assai misteriosa, del cui stato attuale nutriamo dubbi. Partito come ensemble puramente acustico (quartetto), il gruppo si è ora ampliato sempre con strumenti acustici (a parte la steel guitar ed il basso elettrico); il loro sound è una strana mistura di canzoni western, ballate, blues, ed armonie vocali/strumentali fuse alla perfezione. Il suono è fresco e reale, la musica è di una semplicità unica, e l’album scorre in un attimo. Il fatto più clamoroso della nuova formazione degli Strangers sta nella entrata di due ex-Kaleidoscope. Esaminiamo comunque il line-up: Templeton Parcley (ex Kaleidoscope) al violino, un musicista titolato, quindi Darrow, la dolce Cindy Edwards alla voce solista, il fido John Selk al basso, già da vari anni amico di Darrow, e Robb Strandlund (che alcuni anni fa scrisse Already Gone per gli Eagles), aggiunto troviamo un altro ex Kaleidoscope, il misterioso Max Buda. Quindi la formazione è certamente di tutto rispetto, ed il risultato non può essere che positivo.
Chitarre acustiche, duetti e voci corali, con steel guitar e violino in sottofondo formano principalmente il tessuto di questo album, che senza ombra di dubbio posso definire splendido. La spontaneità è una cosa assai rara, soprattutto nel campo musicale, e questo è uno dei non pochi pregi di Rank Strangers, Starting All Over Again apre l’album con la dolce voce di Cindy Edwards, segue Time Will Tell una classica song di Darrow, con la sua inconfondibile voce ed il presente violino di Templeton. Segue Tumbling Tumbleweeds una famosissima ballata western, un classico di oltre 50 anni fa, che la voce di Strandlund ci introduce in modo assai convincente. Quindi segnalo Ragtime Cowboy Joe di Darrow, la splendida Far As Long As I Live sempre di Chris, e Too Ride On The Vine e What Did I Do?. Un cenno alla copertina stupenda di Rick Griffin, il grafico dei Dead.
Pacific Arts 112 (Country Rock, 1977)
Paolo Carù, fonte Mucchio Selvaggio n. 8, 1978
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