Ritorna con Dangerous Spirits, a tre anni di distanza dal celebrato Loco Gringo’s Lament, una delle voci contemporanee più intelligenti, vere ed oneste dell’attuale scena country. Ray Wylie Hubbard è una delle figure più rappresentative del tanto favoleggiato progressive country-movement in Texas che ha portato Austin nella mappa musicale degli States circa vent’anni fa. Un autentico honky-tonk hero, anche se non dei più fortunati, ed autore della celebre Up Against The Wall, Red-neck Mother (resa celebre da Jerry Jeff).
Loco Gringo’s Lament, il suo primo disco a distribuzione nazionale dopo molti anni di semi-anonimato, lo ha riportato meritatamente alla ribalta internazionale. Dangerous Spirits, progetto ancor più difficile ed ambizioso, dovrebbe rappresentare una sorta di consacrazione, un definitivo riconoscimento, per una delle più fervide e creative menti della scena texana.
Dieci nuovi brani, registrati tra Austin e Nashville con la produzione di Brian Hardin e Lloyd Maines, rappresentano un lungo viaggio nel territorio dello spirito. Viaggio che ogni songwriter è costretto a fare e che, prima o poi, narra in una canzone. Dangerous Spirits è la cronaca di questo viaggio che, a giudicare dalla qualità delle canzoni, ha portato significati positivi alla sua anima. Un cantautore capace di scrivere onesti e realistici ritratti della vita e dell’amore, creatore e narratore di storie e caratteri veri e toccanti come pochi, guarda ora più in alto, per cercare di capire cosa faccia della vita di ciascun essere vivente qualcosa di unico e sacro. Domande che trovano risposte, ammesso che ne abbiano, non facili e diverse per ognuno di noi.
Hubbard concretizza musicalmente il tutto in un sound country che si orienta in ugual misura verso il folk, il blues, il rock ed un drammatico e vibrante border-sound.
Costruisce le sue songs su pochi strumenti, con sonorità sobrie ed essenziali, ma più dure, secche e dirette, piene di pathos. La strumentazione ben bilancia l’acustico, chitarre, dobro, mandolino, con sonorità elettriche ed una pulsante ritmica. Nelle songs di Dangerous Spirits riscopriamo la musicalità del grande songwriter folk-rock che conosce ogni meandro della musica ‘americana’. Honky tonk music contemporanea, in una dimensione così intensa, palpitante e vera, da arrivare diretta al cuore.
Hey That’s All Right sembra uscita dalla penna del miglior Dylan arricchito dalle esperienze western. Hubbard è memorabile alla voce ed all’armonica, le voci a sostegno sono quelle di LaFave e Sara Hickman. La vena country è sempre purissima, Last Train To Amsterdam, con Kevin Welch ai cori; le ballads da brivido, The Last Younger Son, con Tony Joe White alle chitarre; la messianica vena poetica scolpisce testi memorabili. Resurrection, sul tema della Pasqua, dove l’ossessivo ritornello di “he was long gone he was gone when they roll away the storie” fa riflettere come poche altre canzoni.
Il tema della fede è ricorrente in molte songs: la country ballad The Sun Also Rises, The Ballad Of The Crimson Kings, con le voci di Tish Hinojosa e Lucinda Williams ai cori.
Accompagnato da un cast tutto texano: Terry Ware, chitarre, Lloyd Maines, steel e dobro, Paul Percy, batteria, Dave Heath, basso, si avvale di camei Made in Nashville di artisti della Dead Reckoning. Il già citato Kevin Welch è ai cori in alcuni brani, Kieran Kane, mandolino in Without Love, Mike Henderson si fa sentire alla chitarra nella title-track.
La voce di Wylie, roca ed inesauribile dispensatrice di emozioni, sembra in grado come poche di dar corpo alle passioni, adatta a raccontare interminabili saghe di amori persi e ritrovati, storie di ‘magnifici perdenti’, cow-boys, sognatori, eterni illusi cui bisogna sempre dare la possibilità del riscatto, della redenzione. Bisogna sempre offrire un nuovo paio di stivali per percorrere una strada.
Se Loco Gringo’s Lament era un incredibile allegoria della vita di un giovane cow-boy alla ricerca di risposte, della via, Dangerous Spirits, pur senza risposte e, forse, con nuovi interrogativi, arriva alla conclusione che bisogna sempre offrire un’altra possibilità, perdonare, lasciare sempre la porta aperta a quello che potrà succedere. L’eroe di Dangerous Spirits è un pellegrino nel mondo dello spirito, un uomo che cerca riscatto e certezze per la sua anima in modo credibile e liricamente poetico. Wylie gli dá corpo e voce in un’opera, da collocare tra le migliori produzioni ascoltate ultimamente, che nobilita non solo la produzione cantautorale honky tonk e folk-rock ma pone anche inquietanti interrogativi, spesso impensabili, in chi canta e racconta storie per vivere. Non rifiutatevi di ascoltarli, non fingete di non sentirli, perché i suoi problemi sono anche i nostri.
Continental CSCCD-1004 (Singer Songwriter, Outlaw, 1997)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 21, 1997
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