Ray Wylie Hubbard - Loco Gringo's Lament cover album

“Onesta e senza compromessi musica honky tonk acustica. Dodici potenti nuove canzoni da un leggendario cantautore texano”. Lo sticker sopra il CD dice la verità. Ray Wylie Hubbard è una delle figure più rappresentative del tanto favoleggiato progressive country-movement in Texas che ha portato Austin nella mappa musicale degli States circa vent’anni fa. Un autentico honky-tonk hero, anche se non dei più fortunati, ed autore della celebre Up Against The Wall, Redneck Mother (resa celebre da Jerry Jeff).
Loco Gringo’s Lament è il suo primo disco a distribuzione nazionale da molti anni a questa parte e rappresenta il non comune esempio di un cantautore capace di scrivere onesti e realistici ritratti della vita e dell’amore, creatore e narratore di storie e caratteri veri e toccanti come pochi. Un sound country capace di orientarsi verso il folk e verso il rock, una strumentazione che ben bilancia l’acustico, chitarra, dobro, mandolino, violino ed accordion, con sonorità elettriche ed una pulsante ritmica. Momenti di grande musica che riportano questo cantautore proprio alle radici honky tonk in una dimensione così intensa, palpitante e vera come da tempo non si ascoltava.

Accompagnato da un cast tutto texano: Terry Ware, chitarre, Lloyd Maines, pedal steel e chitarra, Paul Percy, batteria, Lorne Rall, basso, Lisa Mednick, organo ed accordion, Bradley Kopp, chitarra elettrica, Ray Wylie si esprime ad altissimi livelli proprio riscoprendo i valori delle origini, del cambiamento. Ballate ad ampio respiro si alternano a brani rock, love-songs a spiritati country-rock, senza soluzione di continuità, e, in un’epoca dove le innumerevoli produzioni country sono sempre più retorici esercizi di pop-acustico, Loco Gringo’s Lament spicca ancora una volta come un’opera rivoluzionaria e vera, autenticamente ‘roots’.
Hubbard è un personaggio unico, quasi una specie in via di estinzione che andrebbe curata e protetta con amore. La sua voce roca e potente sembra in grado come poche di dar corpo alle passioni, adatta a raccontare interminabili saghe di amori persi e ritrovati, storie di ‘magnifici perdenti’, cow-boys, sognatori, eterne illusioni.

La sintesi della sua poesia e dei suoi personaggi è proprio in quel capolavoro che è Loco Gringo’s Lament, incredibile allegoria della vita di un giovane cow-boy che percorre ‘un’autostrada’ per trovare, alla fine, “the old diablo che aspetta in silenzio il loco gringo giovane negli anni. Lo aspetta, solo, nelle nuvole del cielo con un cavallo rubato e lacrime di tequila”.
Niente compromessi dunque, nella musica come nei testi. La vita è dura, spigolosa, ricca di sofferenze e di illusioni che svaniscono, perché descriverla di versamente? Ma anche qui Hubbard sa trovare dolcezza, speranza, una poesia toccante che sembra lievitare dalle sue sublimi songs. E, una volta tanto, gli eroi cantati sono coloro che vivono “nella parte oscura della vita”. Wylie da loro corpo e voce in un’opera, da collocare tra le migliori produzioni di quest’anno, che nobilita non solo la produzione honky tonk ma tutta la musica country in genere, contribuendo a restituirgli credibilità e, perché no, dignità.

Dejadisc DJD 3213 (Honky Tonk, Singer Songwriter, 1994)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 7, 1994

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