E’ sempre un piacere ascoltare produzioni nostrane, che siano di matrice bluegrass, old-time, country, o new acoustic poco cambia, l’importante è che qualcosa si muova, cresca, migliori e ci dia la voglia di continuare e lo stimolo per seguire, o meglio inseguire, i nostri generi musicali preferiti. Dopo parecchi, forse troppi anni dall’uscita del loro primo disco (che uscì addirittura su vinile), il gruppo genovese è tornato in studio a registrare Italian Flavor, una manciata di brani, quattordici per la precisione, che propongono sonorità spazianti dal bluegrass alla country music acustica ‘old style’.
Rispetto al primo album, la line-up del gruppo è un poco variata e può vantare fra i nuovi acquisti nientepopòdimenoche Mr. Dino Di Giacomo from Molino Dorino, Milano, soprannominato (da me) ‘the sound’, uno dei migliori suoni di chitarra acustica in commercio; altro nuovo acquisto (anche se meno ‘nuovo’) è la bravissima e bellissima (…scusa Martino) Maria Grazia Branca al contrabbasso e… sorpresa, alla voce, oltre che alle faccende domestiche in casa Coppo, come scherzosamente viene presentata durante i concerti.
Il pilastro portante della band rimane quello costituito da due veterani formatori di questo longevo gruppo: Martino Coppo al mandolino, chitarra e voce, …e che voce!, e Silvio ‘Cazzporcvaffcrist’ Ferretti al banjo e dobro. Passando all’analisi di questo prodotto, ben poco di non scontato si può dire: il suono d’insieme è senza dubbio ottimo, la scelta di repertorio molto azzeccata, propone brani molto vari e ben strutturati. Tutti conosciamo bene la voce di Martino, unita al suo impeccabile stile mandolinistico, l’hard-drivin’ banjo del Ferretti, i potenti G-run del Dino DG ed il legnoso contrabbasso della signora Branca in Coppo: tutti ingredienti ottimi per la buona riuscita di un lavoro in studio. A questo punto, quindi, per non sembrare troppo partigiano, scontato o ‘amicone’, passerò ad analizzare i punti deboli di questo Italian Flavor.
Prima di tutto segnalerei un non ottimo livello di registrazione, non all’altezza delle capacità della band e che penalizza particolarmente il suono del basso (puntualizzazione da bassista frustrato, nda); oltre a questo si può percepire in alcuni brani una sovrapposizione sfasata di traccia sulla voce di Martino, probabilmente causata da un rientro microfonico sulle tracce che, pur non essendo assolutamente fastidiosa, potrebbe far pensare ad un lavoro eseguito un pò troppo frettolosamente e, come si sa, la fretta è cattiva consigliera.
Fra i brani di Italian Flavor che preferisco spiccano sicuramente You’re Gonna Make Me Lonesome When You Go, Two Steps Away From The Blues di Silvio che, corre voce, verrà registrata da Del McCoury, e Darktown Strutters Ball, strumentale condito da ottimi assoli di mandolino, banjo e basso. Volendo proprio puntualizzare alcuni aspetti della parte vocale, devo proprio segnalare una non perfetta intonazione in alcune parti di tenore del Ferretti (ma non venite a dirmi che Bill Monroe è perfettamente intonato… paragone un po’ azzardato, nda). Spezzerei invece una lancia in favore del dobroismo di Silvio che mi lascia sempre più favorevolmente impressionato ogni volta che mi capita di ascoltarlo, ed un’altra in favore di Grazia che mi ha stupito cantando molto bene e perfettamente intonata in ben due brani e che, con una piccola aggiustatina alla pronuncia potrà fronteggiare Mollie O’Brien duettando con il suo fratellino oops.. marito Mar Tim O’Coppo.
Autoprodotto (Bluegrass Moderno, 1995)
Ruben Minuto, fonte Country Store n. 31, 1996