Ricky Skaggs - Comin' Home To Stay cover album

Giubbottone alla ‘Top Gun’, ciuffo sempre più curato e immancabile stivaletto western: questo è l’ultimo look di Ricky Skaggs, star della nuova e vecchia country music. Di lui abbiamo sempre parlato con entusiasmo (vedi HF. 17) sia per il suo indubbio talento musicale sia per la altrettanto inequivocabile capacità di aver affermato anche commercialmente un nuovo linguaggio nel granitico ed impenetrabile mondo di Nashville.
Ora Ricky Skaggs è star affermata, strapagata, con un contratto d’oro per la CBS ma in fondo in fondo rimane il ragazzo ‘acqua e sapone’ che già agli esordi della sua carriera mostrava doti musicali fuori dal comune. Per questo Emmylou Harris lo volle nella sua band e J.D. Crowe costruì con il suo aiuto il suono nuovo dei New South .
Ma Ricky era troppo bravo per poter restare un gregario, anche se di lusso. Il suo ‘new country’ in realtà prende ispirazione dalle radici ‘old’ del bluegrass, del gospel e del cajun immettendo questi elementi con grande gusto, e con dosi misurate, su un ceppo di classica musica nashvilliana. Il risultato è gradevolissimo e di grande impatto.

Il merito è anche dei compagni di avventura che Ricky ha saputo scegliersi, tutti strumentisti esperti e di classe che contribuiscono a formare un sound solido, quadrato e acusticamente perfetto. Come, nel suo tipico accento sudista, Ricky stesso chiama “The boys in the band” (che lui pronuncia molto nasalmente ‘beind’) sono: Jesse Chambers (basso), Bobby Hicks (banjo e fiddle), Terry Crisp (pedal steel guitar e dobro), Chris Austin (mandolino, fiddle, chitarra, banjo e voce), Mike Rojas (piano), Mike Kennedy (batteria), Tim Hensley (chitarra, banjo, dobro, voce). E ce li ritroviamo tutti in questo ultimo disco, eccellente, dove anche le radici di Ricky sono, una volta in più evidenti e costanti.
Si parte con l’m Tired, piacevolissimo brano dal sapore ‘honky tonk’ (come tanto amerebbe Dwight Yoakam), si prosegue con un classico preso a prestito dal bluegrass, Hold Watcha Got, per finire con uno spettacoloso gospel, If You Don’t Believe The Bible, in cui Skaggs è accompagnato dalla miglior band vocale della country music odierna: The Whites.

Nella seconda facciata, un accenno al western swing e un omaggio al suo re, Bob Wills, con la celeberrima San Antonio Rose, qui ancora in grado di dare grandi emozioni. A seguire è stupenda, a parte il testo melenso, la ballata acustica Thanks Again, dedicata ai suoi genitori. In totale nessuna sorpresa ma tante conferme per nuovi e vecchi ammiratori di Ricky Skaggs.
Confrontato agli altri eroi della nuova musica country, Skaggs è sicuramente più morbido, meno esplosivo ma anche, ci pare, di una qualità musicale e tecnica tutto sommato superiore.
Quasi vent’anni di carriera sulle spalle sono un bagaglio di esperienza e di capacità non indifferente.
Giù il cappello (da cowboy, naturalmente) davanti a questo fenomeno: se lo merita.

CBS FE 40623 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 1988)

Ezio Guaitamacchi, fonte Hi, Folks! n. 30, 1988

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