Sono ormai passati quasi dieci anni dal famoso licenziamento da parte della Sony che ha riportato Ricky Skaggs sulle strade del bluegrass. Bluegrass che, per altro, è stato il suo primo amore quando, prima di essere il band leader di Emmylou Harris, Ricky suonava mandolino e fiddle con i Clinch Mountain Boys di Ralph Stanley, i Country Gentlemen, i New South di J.D. Crowe e i Boone Creek. Ancora prima di allora, a un’età in cui i suoi coetanei giocavano al massimo ai soldatini, Skaggs era già salito su un palco insieme a leggende del calibro di Bill Monroe e Flatt & Scruggs, come testimoniano le fotografie del libretto di questo suo ultimo album.
È stato naturale quindi che una volta passata di moda la sua personale visione di country tradizionalista ci sia stato un ritorno alle radici. Che Skaggs padroneggia in modo assolutamente esemplare; peccato che dopo cinque o sei dischi di bluegrass tradizionale sfornati negli ultimi tempi e dopo il bellissimo progetto dello scorso anno dedicato a Bill Monroe (Big Mon) Skaggs e i suoi Kentucky Thunder non cambino registro. Tanto che gli undici pezzi di History Of The Future non provocano alcun brivido particolare se non quello dato dai brillanti assolo di mandolino di Skaggs o dai folgoranti licks flat-picking del fenomenale chitarrista Clay Hess.
Non è in discussione l’esecuzione dei pezzi (assolutamente impeccabile) quanto semmai la scelta dei brani e il concetto di fondo: fatta eccezione per la deliziosa ballad acustica Half Way Home Café e due casi scontatissimi (Shady Grove o Rollin’ In My Sweet Baby’s Arms le abbiamo sentite mille volte e anche se qui sono suonate a cento all’ora non emozionano più di tanto) trattasi di solito, ripulito, perfetto bluegrass tradizionale che da quindici/vent’anni a questa parte la maggior parte dei gruppi con la brillante eccezione dei giovanissimi Nickel Creek propongono in modo costante.
Skaggs Family (Bluegrass Tradizionale, 2001)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 77, 2001