Robert Earl Keen – No. 2 Live Dinner cover album

Uscite a mangiare questa sera, la cucina è quella di Robert Earl Keen, le creazioni portano tutte la sua firma tranne un paio di brani co-firmati da Fred Koller, Sonora’s Death Row, Kevin Farrell, e l’imperdibile Amarillo Highway, Terry Allen, dove conferma di essere veramente un grande cuoco oltre che un eccellente creatore di piatti.
La cucina texana, si sa, è di gran moda tra i cultori della musica d’autore. Due soli brani nuovi, ma che importa, potete apprezzare cose già gustate in precedenza. In No. 2 Live Dinner i testi sono gli stessi ma le canzoni cambiano, quella che viene servita è bollente ‘Texas roadhouse music’.
L’esatta dimensione di Robert Earl Keen live, tra folk, country e rock, tutti gli elementi del Lone Star State, canzoni d’amori trovati e perduti. Triste, dolce, sognante, divertente o tragico, vi è la quintessenza dei sentimenti e delle emozioni, in questa collezione non manca nessun ingrediente. Il songwriter, giunto ormai al sesto album, ancora una volta è latore di storie texane; lo fa in modo diretto e senza mediazione, di fronte a noi.

Il suo staff in cucina comprende Rich Brotherton, chitarre, Bill Whitbeck, basso, Mark Patterson, batteria, Bryam Duckworth, violino, e l’immancabile grande chef Lloyd Maynes, pedal steel e produttore. Ordinate pure birra, nessuno avrà nulla da obiettare, si parte.
Apre un brano nuovo, I’m Going To Town, un ritmo facile scritto con Fred Koller che sembra fatto apposta per introdurre all’atmosfera informale di un club. Che dire di Gringo Honeymoon Live. Vi è tutto, lo spirito di una terra dove gli spazi infiniti e l’aria, secca e leggera, sembrano permettere voli di fantasia, altrove proibiti o proibitivi, lungo il Rio Grande. Un piatto che ha sapori e profumi western e border come pochi.
Lo ‘story-teller’, uno dei più quotati in questa dimensione, continua instancabile a servirci storie, impossibile opporre un pur gentile rifiuto. Robert Earl si muove con tale grazia tra country-music, rock e folk che rimaniamo estasiati. Ogni song è arricchita di toni e colori cari alla cultura country e tex-mex e la sequenza Amarillo Highway, velocissima la cover, e The Road Goes On Forever è impressionante, non perdetela.

Notevole è anche l’altra nuova song, When Bluebonnets Bloom, scritta ancora con Koller e pervasa da un gradevole western-swing feeling. Songwriter di razza, Keen firma un’ altra opera d’arte nella dimensione live-entertainer nella più classica Texas-tradition.
The Party Never End…, piccole storie diventano grandi ballads e grandi storie si trasformano in una song, Keen ci tiene inchiodati alla sedia in attesa di cosa viene dopo. Ha una voce sempre più matura, navigata, può cantare qualunque storia texana. La band è perfetta e in sintonia con il personaggio, tutte le sue songs più belle prendono nuova vita.

Nella dimensione live, le sue storie, allegoria e sintesi di vita americana, gli stessi personaggi della sua terra, le piccole parabole dai valori universali che trascendono sogni ed illusioni americani, sembrano ancor più realistiche e vere. Ma il valore poetico dei suoi testi non deve sminuire quello musicale delle songs, che non solo nobilitano la tradizione country texana ma si differenziano per qualità e genuinità dalle vuote confezioni delle majors.
Cibi senza gusto e sapore che si distinguono gli uni dagli altri solo per il colore delle etichette. Per molti giovanotti vestiti di country sembra valere questa frase: “sotto il cappello e sopra gli stivali niente”. Ma Robert Earl Keen è l’esatto opposto, se credete veramente che “Texas is a state of mind”, questo è il vostro songwriter!

Sugar Hill SH 1051 (Singer Songwriter, 1996)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 15, 1996

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