Terzo album per Roger, texano doc ed esponente del new breed di cantautori texani country-oriented che annoverano fra le proprie file i vari Pat Green, Kevin Deal, Cory Morrow e via dicendo.
Il discorso musicale intrapreso con il disco di esordio (1998) e proseguito con l’interessante I Got The Guns (2000) viene ripreso con lo stesso piglio convinto in questo terzo progetto, dove Roger mescola brani originali con un paio di altri ripescati dal repertorio dei suoi eroi: Billy Joe Shaver (Love Is So Sweet è da antologia, tratta da The Earth Rolls On e dotata di una grinta inconfondibile, ben sottolineata dal fiddle impazzito di Dennis Ludiker) e Clay Blaker (le sue belle ballate All For The Sake Of The Song e Delicacy Of A Rose mi risultano tutt’ora inedite nella sua discografia).
L’introduttiva Good Old Days mette subito le cose in chiaro: suoni decisi, carichi, tradizionali, ma attuali ed una grande voce su tutto.
Shreveport To New Orleans spiazza tutti, con quel suo flavor rag, il clarinetto ed uno swing grandissimo: un simpatico duetto con un altro esponente della corrente new-breed, Kevin Fowler.
Con Gypsyland entriamo nell’Olimpo della composizione, vuoi per la raffinatezza dello script, vuoi per l’uso della chitarra acustica, a metà strada fra Mexico e Puzta ungherese: da sola vale il disco intero.
Some Get Rich è swingata il giusto, con Lyle lovett nel cuore e… nella penna.
Waiting On You rivela le doti introspettive della composizione di Roger, mentre I Say When I Drink What i Think When I’m Sober (grande titolo…) si presenta come un numero da crooner rodato, in coppia con Radney Foster.
Ce n’è ancora da scoprire, ma desideriamo che proseguiate da soli lungo The Long Way To Mexico. A proposito, Lloyd Maines produce il tutto, a mo’ di ciliegina su di una torta davvero golosa, a cominciare dalla copertina del booklet.
Dualtone 1148 (Alternative Country, 2003)
Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005
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