T.C. Taylor - Dancehall Revival cover album

T.C. Taylor, con Dancehall Revival, è al suo secondo album dopo l’esordio di Puttin’ The Western Back In Country ed è artefice di un country che affonda le proprie radici nella tradizione, ma guarda ben diritto davanti a sé con arrangiamenti gradevolmente attuali.
Compone bene e canta con voce matura e convincente, dotato di quella grinta che serve a farsi ricordare, senza lesinare su un uso abbastanza particolare di certe sue sfumature vocali, tanto da ricordare il Dwight Yoakam degli esordi.
Tequila è un country roccato a dovere, pur nell’inizio acustico, She’s In The Bedroom Crying e Dancehall Revival sono classici esempi di ballatona-country-strappalacrime, ma non pensate che si tratti di materiale banale, Go Tell Papa ha un passo incredibilmente texano e precede uno dei gioiellini dell’album: Mexican Radio.

Qui il fantasma di Yoakam è presente in modo quasi tangibile e non solo a livello vocale, mentre la melodia indugia significativamente sui ben noti accordi di Red River Valley.
Opera del manager Michael Mahler, si avvale di un arrangiamento tex-mex assolutamente godibile ed estremamente accattivante: insomma, ci piace un casino.
Ancora da menzionare la nervosa ballata che risponde al suggestivo titolo di Cowboy Hat, fiammeggiante nel suo incedere marcato dal fiddle di Jason Roberts (Asleep At The Wheel ed apprezzato solista), per concludere questa sua proposta con la introspettiva Trail Of Tears.
T.C. compone la metà dei dodici brani da solo od in combutta con il suddetto manager ed il risultato vale la fatica di approfondirne la conoscenza.

Palo Duro 201 (Outlaws, Traditional Country, New Traditionalists, 2003)

Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005

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