Used Carlotta - Reckless Wheels cover album

In tutta onestà devo ammettere che, almeno all’inizio del filone cosiddetto ‘alt. country’ (sta per country alternativo), guardavo a questa espressione con… orecchio piuttosto diffidente, critico e prevenuto, ma devo ammettere, con altrettanta onestà, che se avessi continuato su questa strada, mi sarei precluso tante belle sorprese, come quella che riserva questo CD.
Used Carlotta (?) è il nome di un gruppo di sei elementi e precisamente Penn Farmer (chitarra elettrica, mandolino e lap steel), Roger Wright (batteria), Rusty Farmer (basso acustico), Louis Ledford (compositore di quasi tutti i brani, chitarra acustica e voce), Zip Irwin (sassofono alto e clarinetto) e John Skrobiszewski (violino).

L’ensamble in questione nasce nel 1993 per volontà di Wright e Ledford e nel 1995 viene pubblicato il CD di esordio Wasted Words, per la Fundamental Records, gloriosa indie del Mississippi ora defunta. Interessante notare come il CD abbia ottenuto recensioni favorevoli da periodici diversi come Creative Loafing di Atlanta e Lombardia Oggi di Varese, Italia (controllare per credere).
A distanza di cinque anni dall’esordio ed ora sull’etichetta Planetary Records, esce questo Reckless Wheels, del quale ha detto un gran bene chi lo ha già ascoltato. Ed a ragione, vista la partenza, sulle note di I’ll Be Gone: non fatevi fuorviare dai fiati introduttivi, si tratta di un gradevole pezzo con chitarra twangy e la voce ruvida di Ledford per uno script quasi gospel nelle liriche.

Dead Girl Song è una tetra ballata, vagamente western, con il fiddle che fa la parte dell’armonica, mentre la batteria discreta detta il tempo.
Il title-track, con steel-guitar languida e chitarra acustica, attacca proponendoci un luogo comune (“…Reckless wheels take me home to a place I’ve never known…”), ma sempre suggestivo. La narrazione introspettiva si snoda così lungo un percorso ad alto tasso emotivo: gran pezzo.
Big Fat Moon ha certi accenni che mi ricordano la steppa russa. Passiamo oltre ed arriviamo a Grace Waltz, un piacevole episodio, molto laid-back e giocato sugli strumenti a corda (chitarra, fiddle e mandolino) che si rincorrono in uno strumentale raffinato, ma immediato.
Per War All The Time non vale la pena di spendere più di tanto, meglio invece il talking-blues (a-la John Prine) di Nobody Knows But Me.

When You Fall si decifra come ballata molto soffice, giocata sui toni morbidi della voce di Ledford, accompagnato dalle chitarre e da una batteria sempre molto discreta.
Con Everything Will Be Fine e la ripresa dell’iniziale I’ll Be Gone si conclude questo dischetto che va poco oltre la mezz’ora. Non si tratta di un caso, perchè, a detta dei ragazzi, “…questa è la durata giusta…”. Allora…

Planetary 9021 (Alternative Country, 2000)

Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005

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