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Roger Miller nasce a Fort Worth, TX il 2 gennaio 1936. Ben presto, dopo la morte del padre ed a causa dei problemi di salute della madre, si trasferisce presso gli zii nella cittadina di Erick in Oklahoma, dove nasce il suo amore per la musica, ascoltata alla radio del cugino.
Compra la sua prima chitarra all’età di 10 anni, coi soldi guadagnati raccogliendo cotone. Completati i primi otto gradi di istruzione, Miller si dedica all’attività nel ranch ed ai rodeo.
Nel frattempo coltiva la sua passione per la musica: suona chitarra, violino, piano, banjo e batteria.

Dopo il servizio militare ottiene un’audizione, purtroppo negativa, con Chet Atkins alla RCA di Nashville. Un successivo contatto con la Mercury lo porta ad incidere il suo primo singolo, Poor Little John, passato senza lasciare traccia.
Ottiene un lavoro come portiere d’albergo, ma continua a suonare (è in tour al violino con Minnie Pearl, è il batterista di Faron Young). Dopo un piccolo contratto come autore per la Three Music Publishing, diviene uno dei Cherokee Cowboys di Ray Price, il quale incide nel 1958 il brano Invitation To The Blues scritto da Miller (numero tre in classifica). Seguono altri tre grandi successi: That’s The Way I Feel (Faron Young), Half a Mind (Ernest Tubb) e Billy Bayou, numero uno nell’interpretazione di Jim Reeves.

Alla florida carriera di autore, Miller cerca di affiancare quella di cantante. Dopo un fallimento con la Decca, incide i primi successi con la RCA: You Don’t Want My Love e When Two World Collide entrano in classifica nel 1961.
Due anni più tardi si sposta ad Hollywood diventando ospite fisso di alcuni tra gli show più in voga del paese. Il nuovo personaggio, dall’aspetto goffo, ha forte presa sul pubblico così come le sue canzoni molto leggere ed accattivanti. Il nuovo contratto con la Smash Records inizia con Dang Me, enorme successo nel 1964 sia nelle classifiche country che in quelle pop.
Seguono altri brillantissimi successi : Chug-a-Lug, Do-Wacka-Do e King Of The Road. Oltre a quest’ultima, il 1965 vede una serie impressionante di pezzi di successo quali Engine Engine #9, One Dyin’ And Burnin’, Kansas City Star e England Swings.

Dopo il 1965, tuttavia, la carriera di Miller rallenta ed il successo arriva per lo più grazie a brani interpretati da colleghi.
Negli anni ’70 si dedica quasi a tempo pieno alla sua catena di alberghi, chiamata ‘King Of The Road’, producendo soprattutto brani honky-tonk e la colonna sonora del Robin Hood della Walt Disney. Degli anni ’80 rimane la musica dell’apprezzatissimo musical Big River.
Gli anni ’90 lo vedono alle prese con un cancro alla trachea che lo porta alla morte il 25 ottobre 1992.

Country Pop, Traditional Country

Claudio Galbiati, fonte TLJ, 2004

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