Epigono californiano di George Thorogood, questo chitarrista di San Francisco ha conosciuto una svolta acustica grazie ad un tour con il compianto Yank Rachell che ha esercitato su di lui un’indiscutibile influenza cultural-musicale.
Non è certo la moda dell’unplugged che ha spinto questo musicista bianco verso sonorità acustiche, lo provano i brani aggiunti all’uscita in CD del suo album d’esordio No Pretty Songs e i concerti live degli ultimi anni. Accompagnandosi ancora una volta alla National-steel, Ron si propone dunque in una dimensione ‘live’ ed in veste strettamente acustica. Sono con lui in I Got Tattooed il canadese Johnny V, del quale è stato recentemente pubblicato lo stupendo album con i Triple Threat, e Slim Snake, chitarre acustiche, e Eugene Huggins, armonica, ma Ron è costantemente in primo piano, protagonista assoluto.
Virtuoso del suo strumento, Hacker possiede inoltre una voce nera e vissuta come poche. Spigolosa, dura e vetrosa, sembra fatta apposta per interpretare il blues del Delta ed esprimerne gli umori. Ed egli lo fa con passione divampante e grinta incendiaria facendo in modo che non si capisca dove finisca il suo blues ed inizi quello di Rachell, McDowell, Sleepy John Estes o Son House, dal cui repertorio attinge a piene mani.
Il suo guitar-slide sound è straordinario ed il suo blues-feeling, espressivo e sentito come pochi, in chiave acustica ricorda sempre più per classe e sensibilità quello di Kaukonen. In questa dimensione d’antologia è la sua cover dell’immortale I Got To Move nobilitata da un’ispiratissima performance vocale e strumentale come raramente è dato d’ascoltare.
Se vedete una National-steel alata tatuata su un braccio, non lasciatevela sfuggire, vi condurrà a I Got Tattooed.
Hacksaw CD 5024 (Blues, 1994)
Tommaso Demuro, fonte Out Of Time n. 7, 1994