Sarah Pierce - Love's The Only Way cover album

Chi legge Out of Time non è certo uno sprovveduto, ma, a volte, anche artisti con un trascor­so discreto, possono non trovare il loro posto nella memoria e, quindi, rimanere iscritti soltanto nello strano casellario dell’anonimato.
Non c’è, dunque, da vergognarsi se ci siamo dimenticati dei 4 album che hanno preceduto Love’s The Only Way, distribuiti su almeno una dozzina d’anni di carriera e non abbiamo salutato con il dovuto calore l’uscita del nuovo album.
Tanto più è una colpa la nostra, poiché alcuni prestigiosi giornali hanno definito la Pierce “..un perfetto crossover tra vecchio e nuovo cantautorato d’autore”, rendendo ancora più imperdonabile il nostro silenzio.
Personalmente però, ritengo che lo stile di Sarah Pierce abbia poco da spartire con le più moderne espressioni del linguaggio dei cantautori, mentre che sia molto più radicato il riferimento alla scuola tradizionale del songwriting americano.
Non a caso, lei stessa, cita tra le sue fonti di ispirazione nomi di grandissime artiste come Emmylou Harris, Joni Mitchell, Nanci Griffith, che non si possono certo definire delle newcomers. Ad esse, più che accostare nomi di recente estrazione, aggiungerei invece qualche elegante rocker come Michael Mc Donald o Donald Fagen, che ritornano molto spesso nello script di Sarah Pierce.
Last but not least per importanza, la presenza di Merel Bregante, che ha messo a disposizione, grazie alla sua notevole esperienza, la possibilità di poter contare su un risultato, in termini di sound, estremamente brillante: un orecchio attento potrebbe facilmente riconoscere gli echi di una band indimenticabile come Loggins & Messina: a quando una reunion?

Oltre alla produzione sopraffina, Bregante ci mette del suo assumendosi l’onere della base ritmica mentre ai figli Katie, Clyve e Lucy spetta il compito di gestire i cori: complimenti gran bella famiglia, signor Bregante, ma niente niente Sarah è forse la moglie di Merel?
Fatta eccezione per l’m Not An Angel, discutibile cover del brano di Kimmie Rhodes nella quale, peraltro c’è un bellissimo lavoro di David Abeyta alla chitarra solista, e della splendida Get Together, brano di Chet Powers degli anni ’60, che chiude magistralmente il CD, tutti gli altri 11 brani sono farina del sacco di Sarah Pierce, e che farina.
Rispetto ai suoi precedenti lavori, la maturazione dello script appare evidente, le melodie sono articolate e coinvolgenti e la cura degli arrangiamenti riesce a mettere in risalto, di volta in volta, gli aspetti peculiari del suo stile, senza nascondere le fonti di ispirazione, alle quali sembra invece voler rendere omaggio.
Così Modern Day Robin Hood, Talk To Me ed Hard Road sembrano tre brani degli Steely Dan ai quali Sarah presta la voce, mentre in Wings e nella bellissima I Wanna Walk With You i riferimenti country si fanno più forti cosi come l’ombra della Harris e della Griffith, mentre la title track, per la sua complessità strutturale, sembra destinata ad avvicinarla alla Mitchell degli anni settanta: e questo per tirare in ballo influenze da lei stessa richiamate.
E’ proprio il richiamo ad atmosfere anni 70 quello che mi sembra più azzeccato, infatti l’uso del Fender Rhodes ci riporta a quel periodo, a cantautori come Bobby Caldwell e ad atmosfere rarefatte in cui il piano elettrico riusciva a garantire feeling ed eleganza.
Sarah Pierce è tutto questo, verve, talento ed eleganza, una dozzina di buoni pezzi ed un gran finale in un CD buono per tutte le stagioni. Non un masterpiece ma un CD che potrebbe stare sul lettore per parecchio tempo.

Little Bear LBE 41426 (Singer Songwriter, 2003)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 43, 2004

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