Devo confessare che per un certo periodo i Scene mi avevano un po’ rotto. Poi è successa una bella cosa, seguita da un’altra bella cosa: Lou Reid è andato a sostituire il sempre più scipito Phil Rosenthal, e T. Michael Coleman si è perfettamente inserito nel nuovo suono dettato dalla personalità di Lou Reid (che non è affatto, come qualcuno vuole sostenere, solo un anonimo sideman!!).
Il primo frutto di questo orientamento è stato l’ottimo A Change Of Scenary, e questo Scenic Roots riconferma la validità della nuova formazione. Perché non è che il suono dei Scene sia totalmente cambiato: la presenza del ‘triumvirato’ (come è stato definito) Duffey – Auldridge – Eldridge resta o garantire la continuità.
E’ che ora il gruppo ha una lead voice con addosso quintali di grinta e mille pieghe di espressione, e il basso (elettrico ma non troppo) di Coleman ne sostiene alla perfezione il drive. Il repertorio proposto in Scenic Roots è molto vario, come sempre, e gli arrangiamenti sono raffinati senza le inutili leziosità riscontrate purtroppo in alcuni album del passato.
Per gli amanti dei remake c’è la versione più bella in assoluto, a mio parere, della classifica Long Black Veil. John Duffey riesce finalmente a piacermi di nuovo, e Mike Auldridge non è mai stato così informa. Vi basta?
Sugar Hill CD-3785 (Bluegrass Moderno, 1990)
Silvio Ferretti, fonte Country Store n. 7, 1991
Ascolta l’album ora