Sixteen Horsepower – Folklore cover album

Una delle band più funestate dall’appellativo “alternative country” che, fin dal titolo, ribadisce invece legami e radici con l’universo planetario di una matrice musicale che va dall’American Anthology Of Folk Music alla tradizione popolare ungherese (Outlaw Song), passando per la Francia, il bluegrass (rivisitato in una ballata della Carter Family, Single Girl, sberleffo del matrimonio) e le nerissime ninnananne degli Appalachi.

Tutto a sostegno di quel messaggio salvifico che David Eugene Edwards predica con profusione di appelli all’uomo per salvarsi dal peccato e trovare rifugio nella serenità dello sguardo di Dio.
Se la direzione intrapresa nel precedente Secret South spingeva l’acceleratore verso un rock elettrico chitarristico dai tratti plumbei e tombali, con parentele nelle polverosità di Henry’s Dream (l’album più americano di Nick Cave) e nelle dolcissime lacerazioni di Miami (il disco meno rock and roll dei Gun Club), il passo indietro di Folklore è in realtà solo nei decibel: la strumentazione acustica non viene utilizzata come nei precedenti Low Estate e Sackcloth’n’Ashes semplicemente a supporto dei testi, su strutture canoniche, ma interviene pesantemente nella conduzione della trama narrativa, con soluzioni sonore sorprendenti e centriche rispetto alla costruzione della canzone (un altro evidente scollamento nei confronti del country alternativo).
Il mood complessivo resta scuro e il paragone con Cave (quello però delle Murder Ballads) regge ancora, basta ascoltare bene l’incombente Beyond The Pale.

Di assolutamente unico e originale invece, introvabile altrove, la band di Denver mostra la capacità di abitare con naturalezza proprio le dilatazioni delle latitudini. Uno spazio geografico musicale intenso, una ricognizione di molteplici influenze riversate in una eccellente maturità compositiva in cui convergono soluzioni sonore che accomunano i Balcani al deserto del Mojave (da brivido Horse Head Fiddle, un traditional di Tuva).
Grande lavoro, oscuro e bellissimo, anche quando si è trattato di scegliere una cover (Alone And Forsaken dell’imprendibile Hank Williams).
Voto: 8
Perché: Folklore è un deciso passo avanti verso una maturità artistica e una originalità compositiva che ha pochissimi eguali.

Glitterhouse/Venus GRCD 560 (Alternative Country, 2002)

Pier Angelo Cantù, fonte JAM n. 84, 2002

Link amici